Il professor Roos e colleghi hanno esplorato il significato prognostico di incrementi dei livelli di troponina T cardiaca ad alta sensibilità (TnTc-as) in pazienti con dolore toracico, ma senza un infarto miocardico. In questo studio tutti i pazienti (n = 22.589) di età >25 anni con dolore toracico e rilievo dei livelli sierici di TnTc-as giunti presso il dipartimento di emergenza del Karolinska University Hospital di Stoccolma fra il 2011 e il 2014 sono stati considerati eleggibili per l’inclusione. Dopo l’esclusione di tutti i pazienti con condizioni acute tali da modificare i livelli di TnTc-as e dei pazienti con infarto miocardico, è stata utilizzata l’analisi di regressione di Cox (importante strumento statistico per valutare il rapporto tra esposizione agli eventi clinici ed indicatori clinici) per stimare i rischi di mortalità globale, cardiovascolare e non cardiovascolare, di infarto miocardico e scompenso cardiaco, per differenti livelli di troponina. Sono stati inclusi in totale 19.460 pazienti di età media 54 ± 17 anni, monitorati durante un follow-up medio di 3,3 ± 1,2 anni. Durante tale follow up, 1.349 pazienti (6,9%) sono deceduti. E’ stata documentata un’associazione forte e progressiva fra tutti i livelli rilevabili di TnTc-as e il rischio di infarto miocardico, scompenso cardiaco e mortalità cardiovascolare e non cardiovascolare. Tali dati dimostrano che nei pazienti con dolore toracico e livelli di troponina stabilmente aumentati, qualunque livello rilevabile di TnTc-as è associato con un aumento del rischio di morte ed eventi cardiovascolari e merita un’attenzione ulteriore.
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La maggior parte delle donne italiane sottostima il proprio rischio cardiovascolare, non conosce tutti i fattori di rischio e, se...