In occasione del mese della Donna, facciamo un po’ di chiarezza
Quotidianamente ci imbattiamo in errori, inesattezze e dubbi riguardanti le malattie cardiovascolari nelle donne. A partire dagli anni ’50 quando sono iniziati gli studi epidemiologici sulle malattie cardiovascolari infatti, si pensava che queste patologie riguardassero solo gli uomini. Per questo gli studi sulle donne sono iniziati intorno agli anni ’90. Ancora oggi, ad esempio, si crede che la minaccia più grave per la salute femminile, sia il tumore della mammella e che le malattie vascolari da Trombosi siano invece un pericolo trascurabile. È un errore molto grave: numerosi studi infatti hanno dimostrato che le malattie da Trombosi colpiscono il doppio dei tumori ed è quindi più probabile andare incontro ad una Trombosi coronarica piuttosto che ad un tumore della mammella. Le differenze tra uomo e donna nell’insorgenza di una malattia Cardiovascolare sono molte: nel corso del tempo – ad esempio – si è scoperto che generalmente queste patologie si presentano nelle donne con un ritardo di almeno 10 anni, rispetto agli uomini. Dopo la menopausa gli eventi cardiovascolari sono molto più probabili, spesso più gravi e con sintomi non sempre evidenti e immediatamente riconoscibili. Anche le patologie – secondo i dati ISTAT (anno 2012) – si differenziano per alcune specificità di genere. La prima causa di mortalità nella donna è rappresentata dalle malattie cerebrovascolari, a cui seguono le malattie ischemiche del cuore e altre malattie. Nell’uomo invece, la causa di mortalità più frequente è rappresentata dalle malattie ischemiche del cuore (circa il 12,8%). Questo accade perché la protezione legata all’assetto ormonale, dopo la menopausa viene meno e quando la Trombosi colpisce, ha una prognosi nettamente più sfavorevole. La mortalità nelle donne colpite da Infarto e Ictus è maggiore così come le conseguenze nelle donne che sopravvivono: non autosufficienza, inabilità e demenza, con un impatto devastante sulla famiglia. Queste patologie, si possono in gran parte prevenire perché – accanto a fattori di rischio non modificabili come l’età e la familiarità – esistono fattori legati a comportamenti e stili di vita, che con impegno e costanza, possiamo correggere e controllare. Sovrappeso e obesità, ad esempio, sono fattori di rischio per malattie da Trombosi arteriosa e venosa. Il grasso distribuito a livello addominale, rallenta il ritorno del sangue al cuore, provoca dilatazione delle vene delle gambe e – a volte – Trombosi delle vene superficiali (Tromboflebiti) o profonde (Trombosi venosa profonda). Allo stesso modo, anche elevati livelli di colesterolo aumentano il rischio di Trombosi arteriose, così come il fumo di sigaretta che interferisce con i normali meccanismi antiossidanti che proteggono le arterie, quadruplicando il rischio di Trombosi in giovani donne che assumono ormoni. È importante sottolineare che le malattie Cardiovascolari possono colpire donne di qualsiasi età, non solo quelle in menopausa. La gravidanza e la pillola contraccettiva infatti, possono scombussolare il sistema della coagulazione del sangue, e far emergere una eccessiva tendenza del sangue a coagulare (assetto trombofilico). Nelle giovani sotto i trent’anni, sono numerosi i fattori di rischio – che già abbiamo sottolineato – come il fumo di sigaretta che aumenta il livello di alcuni fattori procoagulanti, e contribuisce ad ossidare le pareti delle arterie ma anche l’utilizzo di stupefacenti, sovrappeso e obesità che predispongono a diabete e ipertensione. Anche la gravidanza può essere considerata un fattore di rischio, perché provoca un rallentamento del circolo nelle vene delle gambe: il progressivo aumento di volume dell’addome comprime le vene che riportano il sangue al cuore, mentre gli ormoni rendono più morbide le pareti delle vene che, perdono di elasticità e alterano l’equilibrio fra fattori pro e anti-coagulanti. Tutto ciò, in alcuni casi può determinare una Trombosi, soprattutto in donne che hanno alle spalle una familiarità o hanno un sistema della coagulazione già tendente a coagulare troppo. Una Trombosi in gravidanza può essere curata con farmaci appositi che non raggiungono il feto. Un ulteriore fattore di rischio è la pillola anticoncezionale: 5 donne su 1000 infatti sono a rischio Trombosi. È fondamentale dunque rivolgersi al medico curante che analizzerà la storia familiare, i fattori di rischio specifici della paziente ed eventualmente richiederà accertamenti prima di prescrivere la pillola contraccettiva. Indispensabile, dopo i trent’anni, la prevenzione. Con l’invecchiamento, la pressione del sangue può aumentare causando ipertensione che – se identificata precocemente – può essere corretta senza l’utilizzo di farmaci, ma con interventi sullo stile di vita: praticare attività sportiva, ridurre il peso e il consumo di sale, eliminare il fumo di sigaretta. Spesso tendiamo a sottovalutare gli effetti del fumo sulla nostra salute. La nicotina è un vasocostrittore, alza la pressione del sangue e aumenta la frequenza cardiaca, e in alcune persone può provocare una importante vasocostrizione periferica (cianosi delle labbra, delle unghie). Il fumo danneggia la pelle, i polmoni e il cervello, le arterie, i denti, lo stomaco, l’intestino e le corde vocali. Il monossido di carbonio limita la capacità del sangue di trasportare ossigeno, provocando sofferenza e – a volte – la morte di un numero considerevole di cellule. Le sostanze tossiche inalate con il fumo di sigaretta provocano infiammazione alle pareti delle arterie, con progressione dell’Aterosclerosi e peggioramento delle placche aterosclerotiche, che possono rompersi e formare un Trombo. Con la menopausa, modificare i fattori di rischio èvitale. Controllare peso, pressione, glicemia, colesterolo e trigliceridi è essenziale per mantenere uno stile di vita sano. In menopausa infatti l’equilibrio ormonale della donna cambia profondamente e aumenta maggiormente il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. Molte donne, ritardano gli effetti della menopausa con una terapia ormonale sostitutiva (HRT), che subentra agli ormoni prodotti naturalmente durante l’età fertile. Questi ormoni però non hanno effetti protettivi contro l’Infarto o l’Ictus cerebrale, anzi possono aumentare il rischio di malattie vascolari in donne con un assetto trombofilico non diagnosticato. Per questo motivo, negli ultimi anni, si è cercato di prescrivere l’HRT sono a donne con sintomi da menopausa molto importanti, se non addirittura invalidanti e che interferiscono con la qualità della vita.
Cosa fare dunque per proteggere la nostra salute dalle malattie Cardiovascolari?
Fin dalla giovane età impariamo a prenderci cura della nostra salute. Insegniamo alle nostre figlie, fin dall’infanzia, l’importanza di adottare stili di vita sani, come una corretta alimentazione e svolgere regolare attività fisica. Volersi bene significa anche ridurre lo stress, praticando un’attività che ci fa stare bene, come una camminata all’aria aperta in compagnia dei nostri amici a quattro zampe. Smettere di fumare non solo fa guadagnare in salute, ma ci rende anche più belle, così come iniziare una dieta ricca di frutta e verdura, legumi, alimenti a basso contenuto di grassi animali, come pesce, pollame, con scarsa quantità di carni rosse, formaggi e insaccati, dolci e bevande zuccherine. ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus da oltre trent’anni è al lavoro per spiegare che in un caso su tre, Ictus cerebrale e Infarto del miocardio possono essere evitati. Come? “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita” diceva Oscar Wilde: il primo modo per dimostrarlo è prenderci cura della nostra salute e del nostro cuore”.
Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi e Presidente di ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus
www.trombosi.org