L’abuso di oppiacei continua a essere epidemico, con conseguente dipendenza e un aumento delle overdose di droga che hanno contribuito a una significativa diminuzione dell’aspettativa di vita negli Stati Uniti. Inoltre, dati recenti suggeriscono che gli oppioidi comunemente usati per la gestione del dolore possono produrre azioni farmacologiche indesiderate e interferire con i farmaci critici comunemente usati nelle malattie cardiovascolari e nell’ictus; tuttavia, l’impatto sui risultati rimane controverso. L’American Heart Association ha sviluppato una dichiarazione consultiva per gli operatori sanitari e i ricercatori nel campo della salute cardiovascolare e cerebrale per sintetizzare la letteratura attuale, fornire approcci per identificare i pazienti con disturbo da uso di oppiacei e affrontare la gestione del dolore e il sovradosaggio. La dichiarazione è stata pubblicata il 19 agosto 2021 sulla rivista di punta dell’Associazione Circulation. “L’abuso di oppiacei è accelerato durante la pandemia di COVID-19 a causa dell’interruzione dell’ambiente di fornitura di droga illecita, dell’accesso più limitato ai farmaci e dell’isolamento sociale e della depressione legati alle misure di sicurezza della pandemia”, afferma il presidente del comitato di scrittura Sheryl L. Chow, professore associato di farmacia presso la Western University of Health Sciences di Pomona. “L’overdose da oppiacei è ora una delle principali cause di morte per gli americani di età compresa tra 25 e 54 anni e il disturbo da uso di oppiacei colpisce più di 2 milioni di americani”. Il gruppo di volontari di scrittura ha utilizzato dati e informazioni provenienti da più di 90 studi epidemiologici basati sull’evidenza, revisioni, dichiarazioni di consenso e linee guida già pubblicate. Nello specifico, la dichiarazione fornisce ai medici le seguenti raccomandazioni: considerare alternative agli oppioidi come paracetamolo, aspirina e salicilati non acetilati per i pazienti con malattie muscoloscheletriche e malattie cardiovascolari; l’uso di routine della morfina per ridurre il dolore in alcuni pazienti coronarici, tuttavia il farmaco può rendere meno efficace l’azione terapeutica degli antagonisti del recettore P2Y12 (farmaci antiaggreganti/anticoagulanti); gli agenti antipiastrinici parenterali (farmaci somministrati per via endovenosa) possono essere presi in considerazione per il trattamento della sindrome coronarica acuta quando somministrati con la morfina in ambito ospedaliero. La dichiarazione indica inoltre che le parti interessate dovrebbero garantire che tutti i programmi di istruzione e formazione sulla salute pubblica per sospetta overdose da oppiacei includano istruzioni per chiamare il 911, eseguire la rianimazione cardio polmonare con respirazione artificiale, l’uso di un defibrillatore automatico esterno e la somministrazione di un farmaco di emergenza come il naloxone. Infine, occorre aumentare la consapevolezza e l’educazione sulla prevenzione, lo screening e la formazione della risposta all’overdose da oppiacei sia per gli operatori sanitari che per i pazienti.
Fonte: Comilla Sasson – Published: August 19, 2021 – American Heart Association