Un paziente su tre con infarto miocardico perioperatorio in seguito a intervento chirurgico non cardiaco viene ricoverato nuovamente in ospedale nei primi 30 giorni dopo la dimissione o muore entro lo stesso periodo. Queste sono le conclusioni presentate da Nathaniel Smilowitz della New York University che, col suo gruppo di ricercatori, ha esaminato tale dato proveniente dal database sanitario degli Stati Uniti nel 2014, identificando i pazienti che hanno avuto un infarto miocardico durante ospedalizzazione per importanti interventi di chirurgia non cardiaca. Tra 3.807.357 di ricoveri per interventi di chirurgia non cardiaca maggiore, sono stati identificati 8.085 pazienti con infarto miocardico perioperatorio, il 14% dei quali, per un totale di 1.135, è deceduto in ospedale. I sopravvissuti di infarto miocardico perioperatorio hanno avuto più probabilità di essere riammessi entro 30 giorni rispetto ai loro omologhi senza infarto miocardico perioperatorio, e queste riammissioni erano più spesso a causa di infezioni (30,0%), complicanze cardiovascolari (25,3%) e sanguinamento (10,4%). La mortalità durante la riammissione ospedaliera nei primi 30 giorni dopo l’infarto miocardico perioperatorio è stata dell’11,3%. A 6 mesi, il rischio di morte è stato del 17,6%, mentre la percentuale riguardante una o più riammissioni in ospedale è stata del 36,2%.
Fonte: ACC 2018 scientific session – Orlando USA