La Giornata Mondiale del Diabete o più brevemente GMD è stata creata dalla Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1991 in risposta alla crescente sfida alla salute posta dal diabete.
Si tiene ogni anno il 14 novembre che corrisponde alla data di nascita di Frederick Banting (il co-scopritore dell’insulina con Charles Best nel 1922). Diabete Italia coordina l’organizzazione della GMD sul territorio italiano attraverso i membri delle organizzazioni che lo compongono.
Quest’anno il tema della GMD è Famiglia e Diabete.
L’appuntamento con le diverse iniziative è per il periodo che va dal 5 al 18 novembre 2018.
Sono 425 milioni le persone con diabete nel mondo e le curve di crescita, impazzite già da qualche decennio, non accennano ad una flessione, almeno stando alle proiezioni dell’International Diabetes Federation (IDF) che prevedono una crescita fino a 552 milioni nel 2030 e a 642 milioni nel 2040. Si tratta di cifre spaventose sulle quali riflettere e far riflettere per mettere in campo al più presto delle strategie correttive. Si parla tanto di diabete urbano, di strategie da implementare a scuola o sul posto di lavoro, di sugar tax. Ma quest’anno, la Giornata Mondiale ha deciso di ripartire dal più piccolo nucleo sociale esistente, la famiglia, che può essere tanto culla della prevenzione, che ambiente fonte di malattie. Qualcosa nelle strategie messe in campo fino ad oggi non ha evidentemente funzionato. Bisogna cambiare le parole per parlare di prevenzione e forse anche i luoghi.
Nell’arco degli ultimi vent’anni la prevalenza del diabete, stando all’ultimo rapporto Arno Diabete (2017) è quasi raddoppiata e attualmente è del 6,34 per cento su scala nazionale. Gli esperti stimano tuttavia che i casi di diabete non riconosciuto rappresentino il 20 per cento del totale (in pratica un caso di diabete su 5 sarebbe non diagnosticato e non riconosciuto) e questo porta le stime di prevalenza di questa condizione nel nostro Paese all’8 per cento circa. Il che, tradotto in cifre, equivale ad una popolazione di 4 milioni di persone con diabete in Italia ai quali aggiungere 1 milione di diabetici che ignorano la loro condizione. La prevalenza del diabete di tipo 2 aumenta tuttavia con l’aumentare dell’età, così che dopo i 70 anni supera il 20 per cento (un anziano su 5 è affetto da diabete di tipo 2).
“E’ arrivato il momento di cambiare decisamente strategia per combattere questo finora inarrestabile aumento dei casi di diabete – afferma il professor Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia – Sappiamo quali sono i principali fattori responsabili di questa epidemia: sedentarietà e alimentazione scorretta, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”.
In Italia è partita l’iniziativa volta ad introdurre anche nel nostro paese la ‘Sugar Tax’, che deve però essere inserita in un contesto più ampio di iniziative che investano i vari campi della prevenzione, dall’alimentazione sana ed equilibrata, alla lotta alla sedentarietà, alla promozione dell’attività fisica.
A tal proposito, la famiglia può fare molto per correggere un’alimentazione sbagliata e stimolare figli, nipoti, coniugi a fare dell’attività fisica una sana pratica quotidiana. ‘Diabetes concerns every family’(il diabete riguarda ogni famiglia), è lo slogan della Giornata Mondiale 2018.
“Il diabete riguarda anche l’insieme delle famiglie ed il tessuto sociale. Perché per prevenire e battere il diabete sono necessari interventi profondi nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei centri di aggregazione sociale. E’ necessario ripensare i layout delle nostre città, che l’intera la popolazione e tutte le famiglie vengano coinvolte in una incessante opera di aumento della consapevolezza”, spiega il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia.
“Il diabete – riflette il professor Giorgio Sesti, presidente della Fondazione Diabete Ricerca – è una patologia unica nel suo genere perché insorge a tutte le età, da quella neonatale a quella senile. Ed è anche una patologia cronica, che necessita di interventi su stili di vita e trattamenti farmacologici a lungo termine e di gestione condivisa delle eventuali complicanze. In questo scenario la famiglia ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del diabete tipo 2 legato ai non corretti stili di vita, in quanto può aiutare con esempi virtuosi e compartecipati alla realizzazione di programmi dietetici e di attività motoria. Inoltre, la famiglia assume un ruolo chiave nella difficile gestione del diabete tipo 1 in età pediatrica, dove la compartecipazione familiare ha una importanza sostanziale nella educazione del bambino volta al controllo ottimale della glicemia. La famiglia ha anche un ruolo basilare nella gestione del paziente anziano non autosufficiente che richiede non solo cure adeguate ma anche affetto familiare”.
“Dobbiamo avviare un vero e proprio movimento di opinione che porti nel tempo ad un radicale cambiamento culturale – conclude il professor Francesco Purrello – Arginare i danni causati dal cibo spazzatura e offrire incentivi a chi pratica attività fisica riducendo di pari passo il peso corporeo. Questo ridurrà il numero di nuovi casi di diabete e porterà ad un miglior controllo della malattia nei casi già diagnosticati. Non arrendiamoci al diabete. E’ necessaria una forte alleanza e comunione d’intenti di società scientifiche, organizzazioni sanitarie e forze politiche per organizzare una campagna di sensibilizzazione continua e su vasta scala. Dobbiamo essere convinti e convincenti. dell’opinione pubblica che inizi domani e duri tutto l’anno, fino alla Giornata Mondiale 2019”.
M’illumino di blu, come il cerchio simbolo universale del diabete
Il segnale di ‘via’ della Giornata Mondiale del Diabete 2018 verrà dato dall’illuminazione in blu di ospedali e monumenti in numerose regioni italiane, che rappresenta a livello internazionale il simbolo della GMD.
La Redazione