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Fibrillazione Atriale

Fibrillazione Atriale
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Riconoscerla salva la vita

ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi – Onlus ha aderito alla settimana della Fibrillazione atriale (16-22 novembre) promossa dalla Atrial Fibrillation Association, condividendo sui canali social numerosi approfondimenti su questo disturbo pericoloso e ancora troppo sconosciuto. Conoscere la Fibrillazione atriale e riconoscerla in tempo permette di curarla e di evitare gravi conseguenze, come l’Ictus cerebrale. La Fibrillazione atriale è un’aritmia, un disturbo del ritmo del cuore. È un battito irregolare che si verifica nell’atrio, la camera alta del cuore, che batte in modo errato e “frulla”. Questo disordine riduce l’efficienza del cuore, diminuendo l’arrivo del sangue agli organi: provoca capogiro, stanchezza profonda e ingiustificata, mancanza di respiro, instabilità. Possiamo paragonare il nostro cuore ad un motore che va a singhiozzo perché la pompa della benzina funziona male: questa è la Fibrillazione atriale. Se l’atrio si muove male, non riesce a svuotarsi ad ogni contrazione, il sangue ristagna e coagula formando Trombi. Da questi, possono staccarsi frammenti – chiamati Emboli – che si muovono nelle arterie raggiungendo la periferia e il cervello, causando Ischemia (degli arti), TIA (attacchi ischemici transitori) o Ictus nel cervello. Il cuore fibrilla per diversi motivi: per l’età perché il sistema elettrico del cuore invecchia, oppure perché irritato da sostanze “tossiche” come alcool, droghe e farmaci, è debole perché soffre di scompenso cardiaco, è ingrandito a causa di una cardiopatia dilatativa, ha le valvole malate o ha sofferto di Infarto per aterosclerosi delle coronarie. È una patologia subdola perché non facile da riconoscere: alcuni pazienti sentono che il cuore batte con un ritmo irregolare e scomposto, sentono “il cuore in gola”, soffrono di capogiri, fiato corto per sforzi anche lievi, come salire le scale o fare pochi passi. Altri invece hanno sintomi sfumati o transitori e difficilmente riconoscibili. Sarà il medico a confermare la diagnosi attraverso un ECG (elettrocardiogramma), ma ciascuno di noi può tenersi monitorato mettendo due dita della mano destra sul polso sinistro: un gesto semplicissimo che ALT Onlus ha promosso anche tra i più piccoli con la campagna ChYP (Check Your Pulse: il ritmo del cuore) ideata per spiegare ai ragazzi: come funziona il cuore e il sistema cardiovascolare, come riconoscere la Fibrillazione atriale, quali danni provoca, quali sono le cause e perché è importante riconoscerla insieme alla scelta di uno stile di vita intelligente. I bambini sono inoltre stati coinvolti in un progetto culturale ed educativo che ha previsto l’utilizzo della musica e delle percussioni per confrontare il ritmo del cuore con quello musicale. Infine hanno imparato a riconoscere la Fibrillazione atriale mettendo due dita alla base del polso per sentire il battito dell’arteria, che deve essere regolare e ritmico, proprio come la musica. Se non è regolare, è un sintomo da non trascurare e va immediatamente riferito al medico. Imparare a “sentire” il battito del cuore al polso, può salvare la vita. Riconoscere tempestivamente la Fibrillazione atriale può aiutare a evitare l’ictus cerebrale. La Fibrillazione atriale affligge 2 persone su 100 nel mondo e 6 milioni di pazienti in Europa, da 3 a 5 milioni negli Stati Uniti, fino a 8 milioni in Cina. Abbiamo calcolato che nel nostro Paese, colpisce circa 600.000 persone. Numeri altissimi destinati purtroppo ad aumentare: si stima infatti che il numero di pazienti raddoppierà entro il 2050, a causa dell’invecchiamento della popolazione. Numeri insostenibili per qualsiasi sistema sanitario. La Fibrillazione atriale moltiplica per cinque il rischio d’incorrere in un Ictus, una patologia spesso fatale ma che in un caso su tre lascia invalidità gravi. Numerosi studi dimostrano che l’Ictus colpisce persone sempre più giovani, non solo gli anziani, e chi sopravvive ha un’alta probabilità di essere colpito da recidive. La Fibrillazione atriale può essere tenuta sotto controllo e quindi dare meno sintomi se il paziente prende con costanza i farmaci o si sottopone a procedure indicate dal cardiologo. È possibile infatti rimettere il cuore in ritmo con una cardioversione elettrica, una scarica elettrica che arresta il cuore per un istante e lo fa ripartire con un ritmo corretto, o con una cura farmacologica con farmaci somministrati per via endovenosa o per bocca (antiaritmici). Prevenire la Fibrillazione atriale e le sue conseguenze si può, mantenendo uno stile di vita sano e attivo: fondamentale – ad esempio – svolgere attività fisica moderata, un toccasana per la nostra salute e un grande aiuto per ridurre il rischio complessivo di malattie cardiache. Praticare sport infatti migliora il sonno, lo stress e l’umore, aiuta a regolare i ritmi biologici ed è utile per il controllo del peso corporeo. Prima di praticare attività fisica, è bene sentire il parere del medico – soprattutto se si soffre di patologie cardiovascolari – per valutare insieme la giusta quantità e il tipo di esercizi più adatti. Non è necessario praticare attività fisica troppo intensa: alcuni studi infatti hanno dimostrato che il rischio di Fibrillazione atriale è maggiore negli atleti che svolgono sport di resistenza, come i fondisti o i ciclisti. Chi soffre di Fibrillazione atriale o rischia di incontrarla dovrebbe praticare attività fisica moderata, evitando gli eccessi. Anche sovrappeso e obesità facilitano la comparsa di questa patologia e la probabilità di recidiva dopo interventi come l’ablazione. Anche fumo e alcool sono grandi nemici del nostro cuore: il fumo – in particolare – accelera il ritmo del cuore e abbassa il livello di ossigeno nel sangue. Anche l’assunzione di un’alta quantità di caffeina aumenta la pressione del sangue e accelera la frequenza cardiaca: non superiamo le due/tre tazze di caffè al giorno. Grande attenzione anche all’alimentazione che – se sana ed equilibrata – è importante per la salute di tutti, in particolare per le persone con problemi cardiaci e per coloro che assumono farmaci coagulanti. E il Covid 19? Chi ha problemi di cuore, non è maggiormente a rischio di contrarre il Covid, ma sicuramente in caso di aggressione da parte del virus si è più fragili nei confronti degli effetti collaterali. In questo caso, il medico valuterà la somministrazione di farmaci anticoagulanti in dosi adeguate che eviteranno che l’infiammazione provocata dal virus danneggi il sistema circolatorio provocando la formazione di Trombi nelle arterie e nelle vene. Riconoscere la Fibrillazione atriale è possibile: dobbiamo tuttavia prima conoscerne l’esistenza, sapere quali sono i fattori di rischio e quando sospettarla, a che età e in quali situazioni è probabile. Solo così possiamo agire, senza paura ma con intelligenza e in modo rapido: questo è il compito che ALT Onlus da oltre trent’anni s’impegna a portare avanti. Conoscere e riconoscere le malattie cardiovascolari può salvarci la vita.

Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi
Presidente di ALT Onlus
www.trombosi.org

Tags: alttrombosi

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