Si ritiene che fumare poche sigarette al giorno sia poco dannoso per la salute o addirittura non esponga ad alcunché, analogamente all’utilizzo di prodotti a ridotto contenuto di nicotina. Questo è probabilmente vero per il rischio di neoplasie polmonari che, secondo l’American Cancer Society Prevention Study, va di pari passo con il numero di sigarette consumate giornalmente. Non si registra invece una relazione così lineare tra l’entità dell’esposizione tabagica e il rischio di eventi cardiovascolari. L’équipe del professor Allan Hackshaw (Cancer Institute, University College di Londra) ha così intrapreso uno studio (review e metanalisi) che ha indagato la relazione tra un lieve consumo di sigarette (da una a cinque al giorno) e il rischio di coronaropatia e ictus. Più precisamente, i ricercatori hanno valutato questo rischio associato all’esposizione tabagica confrontandolo con quello dei non fumatori o con l’incidenza specifica per età degli eventi. In particolare, per ognuno dei 141 studi oggetto della metanalisi è stato stimato il rischio relativo associato al consumo di una sigaretta al giorno; rischio espresso in proporzione a quello a cui erano esposti i pazienti che giornalmente ne consumavano venti. In caso di una relazione lineare tra rischio e consumo di sigarette (come quella che sussiste per il tumore del polmone), il rischio stimato per un’esposizione lieve corrisponde circa al 5% del rischio dei pazienti con esposizione forte, cioè di coloro che fumano venti sigarette al giorno. Per quanto riguarda la coronaropatia, negli uomini il rischio relativo era di 1.48 in caso di consumo di una sigaretta al giorno e di 2.04 in caso di consumo di venti. Negli studi in cui era previsto l’aggiustamento per più fattori confondenti, il rischio relativo era pari rispettivamente a 1.74 e 2.27. Tra le donne, i rischi relativi erano di 1.57 e 2.84 rispettivamente in caso di una e venti sigarette al giorno (o 2.19 e 3.95 in caso di aggiustamento). Gli uomini che fumavano una sigaretta al giorno presentavano un rischio relativo pari al 46% del rischio associato al consumo di venti sigarette al giorno (53% in caso di aggiustamento), mentre nelle donne tale proporzione scendeva al 31% (38% in caso di aggiustamento). Per l’ictus, negli uomini è stato osservato un rischio relativo pari a 1.25 e 1.64 in caso di consumo rispettivamente di una e di venti sigarette al giorno (1.30 e 1.56 in caso di aggiustamento), mentre nelle donne il rischio relativo era pari a 1.31 e 2.16 rispettivamente (1.46 e 2.42 in caso di aggiustamento). Il rischio associato all’esposizione a una sigaretta al giorno negli uomini e nelle donne era rispettivamente del 41% e 34% del rischio associato all’esposizione a venti sigarette al giorno (64% e 36% rispettivamente in caso di aggiustamento). Pertanto, fumare anche una sola sigaretta al giorno comporta un rischio di coronaropatia e ictus ben maggiore rispetto a quanto previsto o venga riconosciuto, equivalente a circa il 30-50% del rischio associato all’esposizione a venti sigarette al giorno. Questi dati mostrano che non esiste alcun livello sicuro di fumo per le malattie cardiovascolari e quindi, per ridurre i rischio di coronaropatia e ictus, non è sufficiente fumare di meno ma è necessario smettere completamente.
Fonte: Hackshaw et al. BMJ 2018 24;360:j5855. doi: 10.1136/bmj.j5855