Ad oggi non sono disponibili studi che confrontino gli outcome dei pazienti sottoposti a TAVI (impianto valvolare aortico transcatetere) con quelli della popolazione generale; in particolare, non è noto se questo trattamento consenta il ripristino dell’aspettativa di vita e del rischio di stroke che si osservano nella popolazione generale. Inoltre, soltanto pochi studi hanno indagato se e come si sono modificati nel tempo caratteristiche e outcome dei pazienti trattati mediante TAVI. Uno studio, pubblicato recentemente, ha valutato tutti i pazienti sottoposti a TAVI in Danimarca nel periodo 2006-2014 (n=1.613), confrontandoli con 9.737 controlli della popolazione generale, sovrapponibili per sesso, età e comorbidità che è la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo. L’end point primario era rappresentato dall’insieme di stroke e mortalità da tutte le cause. I risultati hanno mostrato che, entro i primi 90 giorni dalla procedura, il rischio dell’end point combinato, il rischio di stroke e la mortalità erano significativamente più elevati nei pazienti sottoposti a TAVI (rispettivamente 9.4%, 7.5% e 2.5% nei pazienti TAVI vs 2%, 1.6% e 0.5% nei controlli). Al contrario, dopo 90 giorni dalla procedura non si osservavano differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda stroke, mortalità ed end point combinato. Durante il periodo di osservazione dello studio sono state riscontrate solo minime variazioni nelle caratteristiche dei pazienti trattati con TAVI; tuttavia, si è osservata una riduzione della percentuale di pazienti sottoposti a trasfusioni, della durata della degenza e della mortalità complessiva. Pertanto, questo studio mostra che, nei pazienti sottoposti a TAVI, a 90 giorni dalla procedura il rischio di stroke e mortalità risulta sovrapponibile a quello della popolazione generale. Nel periodo 2006-2014, pur rimanendo sostanzialmente invariati caratteristiche e profili di rischio dei pazienti sottoposti a TAVI, in Danimarca si è osservato un significativo miglioramento degli outcome, in particolare per quanto riguarda la mortalità a breve e lungo termine e la durata della degenza.
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