Nel mondo le persone che convivono con l’obesitàsono circa un miliardo; si stima che nel 2035 saranno quasi 2 miliardi, cioè quasi un individuo su quattro. In Italia, secondo i dati del 4° Italian Barometer Obesity Report, sono 6 milioni le persone obese, circa il 12 per cento della popolazione adulta. Piùdi 25 milioni di italiani(il 46 per cento della popolazione) sono in eccesso di peso, di questi il 26,3 per cento bambini e adolescenti – tra 3 e i 17 anni – ovvero 2,2 milioni, con punte del 31,9 per cento al Sud. Oltre a essere una malattia in sé, l’obesità è una condizione complessa causata dall’interazione di molteplici fattori, con manifestazioni diverse a seconda dei Paesi e delle culture. Per questo non esiste una strategia universale per affrontarla e si traduce in una vera e propria emergenza, che necessita di una svolta radicale. Si spiega così l’istituzione della Giornata Mondiale dell’Obesità, che ricorre il 4 marzo, con il suo messaggio “Cambiare le prospettive: parliamo di obesità” destinato a sensibilizzare cittadini e istituzioni, a contrastare questa malattia con interventi concreti e opporsi allo stigma sociale che colpisce chi è obeso. Il Ministero della Salute con il Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 riconosce che l’obesità incide profondamente sullo stato di salute, poiché si accompagna ad importanti malattie croniche come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che in varia misura peggiorano la qualità della vita e ne riducono la durata. Inoltre considera l’obesità infantile come una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali. Tutte le Regioni attraverso i propri Piani Regionali sono impegnate a perseguire obiettivi di promozione della salute e prevenzione dell’obesità e del sovrappeso. Delle iniziative in programma nel nostro Paese si è discusso nel corso di un incontro al Ministero della Salute promosso dall’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” in collaborazione con Società scientifiche e associazioni. “Sappiamo che l’obesità è strettamente correlata con lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili come il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori, responsabili, a loro volta, di un alto numero di decessi e di anni vissuti in cattiva salute, con un aggravio notevole dei costi sanitari e sociali – ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto all’evento –. Ridurre l’obesità significa contrastare l’insorgenza di queste malattie migliorando lo stato di salute nella popolazione e la sostenibilità economica del sistema”. Viene sottolineato che la spesa pubblica per malattie correlate e prevenibili nel nostro Paese ammonta a 67 miliardi. Per il ministro Schillaci occorre puntare sulla prevenzione iniziando dalle scuole per diffonderne la cultura. Il ministro ha annunciato di aver aperto un tavolo di confronto col Ministero dell’Istruzione, dell’Agricoltura e dello Sport per “inserire l’educazione e la prevenzione nei programmi didattici delle scuole primarie e secondarie in modo che fin da piccoli si apprendano i benefici dei corretti stili di vita, a partire da una sana alimentazione basata sulla dieta mediterranea, che è utile a contrastare molte patologie cardiovascolari e in particolare l’obesità infantile”. La sedentarietà è un altro fattore che incide sul rischio di obesità. “Praticare regolarmente attività fisica è l’ulteriore leva su cui possiamo agire per contrastarla”, ha sottolineato il ministro che ha annunciato un’iniziativa per definire un Programma nazionale che comprenda anche modalità di prescrizione dell’esercizio fisico e di erogazione sul territorio nazionale prospettando come strumento quello dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per renderlo una prestazione “esigibile”.
Diabete e sport in volata verso la salute
Va inseguito, raggiunto e battuto. Una corsa alla quale partecipano da anni istituzioni, società scientifiche e pazienti, ma che da...