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Cosa è l’Ipertensione Arteriosa

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La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie. A ogni battito del cuore, il sangue esce dal ventricolo sinistro attraverso la valvola aortica, passa nell’aorta, e si diffonde a tutte le arterie. Quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie, si registra la pressione arteriosa più alta, detta ‘sistolica’ o ‘massima’; tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue e all’interno delle arterie si registra la pressione arteriosa più bassa, detta ‘diastolica’ o ‘minima’. La misurazione della pressione si registra a livello delle arterie periferiche, utilizzando un manicotto che applica una pressione esterna, usualmente al braccio. Si ottengono due numeri che indicano la pressione arteriosa sistolica e la diastolica, misurate in millimetri di mercurio (es. 120/80 mmHg). Quando i valori di sistolica e/o di diastolica superano i 140 (per la massima) o i 90 (per la minima), si parla di ipertensione arteriosa.
La prevalenza di ipertensione arteriosa è molto alta ed aumenta con l’invecchiamento. In Italia si si stima che almeno 15 milioni di italiani siano ipertesi, ma solo la metà di questi è consapevole di esserlo. Controllare regolarmente la pressione arteriosa e mantenerla a livelli raccomandati attraverso l’adozione di uno stile di vita sano e assumendo farmaci per ridurre la pressione quando sia necessario, è fondamentale, poiché l’ipertensione rappresenta il fattore di rischio più importante per l’ictus cerebrale, l’infarto del miocardio e lo scompenso cardiaco, gli aneurismi dell’aorta (la dilatazione con conseguente rischio di rottura della principale arteria dell’organismo), le arteriopatie periferiche, l’insufficienza renale (con rischio di ricorrere alla dialisi), al decadimento cognitivo e la disabilità. Secondo la classificazione della Società Europea dell’Ipertensione e la Società Europea di cardiologia si considera ‘ottimale’ una pressione sistolica inferiore a 120 mmHg e una pressione diastolica inferiore a 80 mmHg. Si considerano normali valori di pressione sistolica compresi tra 120 e 129 mmHg e di diastolica compresi tra 80 e 84 mmHg. Per valori di pressione compre tra 130 e 139 e 85 e 89 di parla di pressione “normale alta”, una condizione che non si può definire ipertensione arteriosa ma che vi si avvicina molto e predispone il soggetto a divenire iperteso con il passare degli anni gli americani la chiamano “pre-ipertensione”). Al di sopra dei 140 mmHg di massima o dei 90 mmHg di minima si è ipertesi. Si parla di ipertensione ‘sistolica isolata’ quando è solo la massima ad essere alta (cioè ≥ 140 mmHg). L’ipertensione arteriosa si distingue in ipertensione primaria e secondaria. La prima , definita anche “essenziale” (cioè senza una causa specifica). è la forma più frequente e di solito è possibile riscontrare che un genitore o un nonno fosse stato iperteso. Solo il 4-5% dei casi di ipertensione arteriosa sono secondari a malattie endocrinologiche o renali o a cause più rare (Tabella 2), che devono essere ricercate dallo specialista solo dopo indicazione del medico di medicina generale. In alcuni casi (piuttosto rari a dire il vero), l’assunzione di alte dosi di liquirizia o l’impiego prolungato di spray nasali decongestionanti, possono provocare ipertensione arteriosa. L’ipertensione arteriosa è una condizione quasi sempre asintomatica ed è per questo importante misura la pressione per fare la diagnosi. I sintomi più frequentemente associati ad elevati valori pressori sono la cefalea, la sensazione di “testa pesante”, una certa instabilità posturale, ma non sono specifici, né richiedono un’immediata riduzioen della pressione arteriosa. Una sintomatologia cardiovascolare come il dolore toracico, la dispnea (cattiva respirazione), il formicolio con impaccio al movimento ad una arto, cefalea violenta e mai provata prima, sono invece d’allarme non tanto perché associati ad elevati valori pressori ma perché possono indicare la presenza di una patologia cardiaca o cerebrale. Se l’aumento dei valori pressori avviene in presenza di questi sintomi è bene rivolgersi al pronto soccorso o alla guardia medica. Purtroppo molto spesso i pazienti si impauriscono di fronte ad un isolato aumento valori di pressione anche in assenza di sintomi o con sintomi aspecifici e si rivolgono alle strutture di emergenza quando basterebbe riferirsi al proprio medici di famiglia appena disponibile. L’ipertensione arteriosa aumenta notevolmente all’aumentare dell’età, tanto che il 70% dei soggetti con età superiore a 75 anni è ipertesa. Nell’anziano è molto frequente un peculiare tipo di ipertensione: “l’Ipertensione sistolica isolata”, caratterizzato da un aumento della cosiddetta pressione massima con pressione minima normale. Questa condizione, considerata benigna fino agli anni ’90, è in realtà molto importante da curare, soprattutto per ridurre il rischio di ictus e di insufficienza renale. La pressione massima oggi nell’anziano è considerata un fattore di rischio più importante della pressione minima. I valori di normalità e le soglie per iniziare la terapia sono però più elevate (150 mmHg per la pressione sistolica) rispetto ai soggetti più giovani.


SE SEI IPERTESO:

MISURA LA PRESSIONE ARTERIOSA REGOLARMENTE (1 volta alla settimana, o seguendo lo schema fornito dal medico di medicina generale/specialista)

MODIFICA IL TUO STILE DI VITA (DIVENTA UNO SPORTIVO E VIVRAI A LUNGO!!)

1) ridurre (ma non abolire!) l’introito di sale con la dieta
Seguire una dieta con poco sale contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e fa funzionare meglio i farmaci antipertensivi. Come si fa?
– aggiungi la minor quantità di sale possibile ai cibi (“un pizzico”)
– evita i cibi con elevato contenuto di sodio (che è spesso “nascosto”; devi guardare la composizione degli eccipienti nei cibi conservati.
nota bene: il gusto per il sale si rapidamente, dopo 2-3 settimane non sarà un sacrificio seguire la dieta iposodica!!!

2) limita il consumo di alcool
un consumo di alcool superiore alle dosi raccomandate aumenta la pressione ed il rischio di ictus e di infarto
– per gli uomini è suggerito un consumo inferiore a 20-30 g di alcool, equivalenti a 2 bicchieri di vino al giorno. Nel caso delle donne ipertese non più di 10-20 g di alcool )1 bicchiere di vino al giorno)
– evitare superalcolici


3) consuma una dieta con alto contenuto di frutta e verdura e basso contenuto di grassi
– aumentare il consumo di verdure, cibi a base di fibre, grano integrale e proteine di origine vegetale
– aumentare il consumo frutta fresca con cautela se sei sovrappeso in quanto il contenuto in zuccheri può indurre un aumento di peso)
– mangia il pesce almeno 2 volte alla settimana – ridurre l’introito di grassi saturi e colesterolo.

4) riduci il peso corporeo se sei in sovrappeso
La riduzione del peso è equivalente ad un farmaco ipertensivo (- 5kg = – 4 mmHg di pressione arteriosa). Come fai a dimagrire?
– segui una dieta equilibrata, evitando quelle drastiche o sbilanciate (ad esempio iperproteiche)
– esegui attività fisica regolare

5) esegui un esercizio fisico regolare
L’esercizio fisico regolare di tipo aerobico riduce la pressione arteriosa, ed il rischio di ictus ed infarto
– cammina almeno 30’ per 3-5 volte alla settimana; se vai in bicicletta fai almeno 45’; nuota, fai jogging, gioca a tennis, ecc.
– in palestra fai esercizi di resistenza, ad esempio alle macchine in modo dinamico con bassi carichi (max 2-3 giorni la settimana)

6) smetti di fumare
Oltre che rappresentare la causa principale di cancro polmonare, il fumo di sigaretta è un importante fattore di rischio cardiovascolare. Nei fumatori la nicotina inalata causa un aumento temporaneo della pressione sistolica, che si esaurisce entro 15-30 minuti: nei forti fumatori l’effetto può essere sufficiente per determinare un aumento stabile della pressione sistolica per tutto l’arco delle ore di veglia. Gli effetti del fumo sul sistema cardiovascolare sono così importanti che negli ipertesi fumatori il trattamento antiipertensivo, pur riportando la pressione entro valori normali, ha scarsa efficacia nel ridurre il rischio cardiovascolare.

ASSUMI REGOLARMENTE I FARMACI PRESCRITTI
1) Se il medico ha prescritto una terapia con farmaci, questi vanno assunti regolarmente. Non si deve sospender la terapia se non su indicazione del medico.
2) Il medico deve essere informato sui valori di pressione arteriosa a domicilio in modo da modificare la terapia se inefficace (valori troppo alti o non tollerata (valori troppo bassi con sintomi di ipotensione quali debolezza, capogiro; oppure comparsa di effetti collaterali, quali tosse, gonfiore alle gambe, prurito).
3) Di norma le modifiche della terapia si dovrebbero attuare dopo almeno 2-3 settimane per verificarne l’efficacia; ovviamente in caso di effetti collaterali si deve avvertire subito il medico pin modo da effettuate subito le opportune modifiche.

Prof. Lorenzo Ghiadoni
Internista. Specialista Clinico della Società Europea dell’Ipertensione aretriosa.
Centro di Riferimento Regionale della Toscana per l’Ipertensione Arteriosa e Direttore della Medicina d’Urgenza Universitaria (AOU Pisana)

Prof. Andrea Ungar
Geriatra e Cardiologo. Responsabile Centro Ipertensione Geriatra-UTIG (AOU Careggi)
Centro di Riferimento Regionale della Toscana per l’Ipertensione Arteriosa dell’anziano

Tags: disturbi e patologieipertensioneipertensione arteriosa

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