Avere un ictus ischemico aumenta il rischio di demenza, e questo rischio aumenta con il numero e la gravità degli ictus stessi, secondo una ricerca preliminare presentata alla Conferenza Internazionale dell’American Stroke Association, un incontro virtuale, svoltosi dal 17 al 19 marzo 2021, per ricercatori e medici professionisti dedicati alla scienza dell’ictus e alla salute del cervello. Quello ischemico è il tipo più comune di ictus, rappresenta l’87% di tutti i casi. Si verifica quando si ostruisce un vaso capillare che fornisce sangue al cervello. L’ictus è la causa principale prevedibile di disabilità negli adulti, e la sua gravità è un fattore determinante dello scarso esito funzionale dopo l’evento. “Gli studi hanno dimostrato l’ictus è un forte predittore di demenza. Ciò che non risulta chiaro è come la gravità dell’ictus e il numero degli episodi subiti impattino il rischio di demenza”, afferma Silvia Koton, autrice dello studio e direttrice dell’Herczeg Institute on Aging presso l’Università di Tel Aviv nonché del dottorato di ricerca nel dipartimento di infermieristica della Facoltà di Medicina Sackler dell’Università di Tel Aviv. “Il nostro studio caratterizza in modo univoco il legame tra ictus e demenza e prepara una base i per le strategie di prevenzione volte a ridurre il rischio di demenza dopo un ictus”, aggiunge. I ricercatori hanno studiato le informazioni al basale sulla salute di quasi 15.800 adulti da 45 e 64 anni di età, iscritti all’Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), uno studio continuo e prospettico in quattro comunità statunitensi (Contea di Forsyth, Carolina del Nord; Jackson, Mississippi; i sobborghi di Minneapolis, Minnesota; Contea di Washington, Maryland). I ricercatori hanno usato i dati di esami registrati in tre decenni nel database ARIC, che include il periodo a partire dall’iscrizione nel 1987 e fino a tutto il 2019, con dati raccolti sia nelle visite in persona a diversi anni di età una dall’altra, che nelle telefonate annuali fino al 2012 e semestrali fino al 2019. Utilizzando tutte le informazioni disponibili dall’ARIC per studiare il legame tra comparsa dell’ ictus, sua gravità e demenza, i ricercatori hanno scoperto che: a) il rischio di demenza aumenta con la gravità e la quantità di ictus ischemici; b) coloro che avevano subito un singolo ictus avevano circa il 70% in più di probabilità di sviluppo di demenza, rispetto a chi non ne aveva mai subito uno; c) tra le persone che avevano avuto tre o più ictus durante il periodo di studio (1987-2019), il rischio di demenza era aumentato di quasi sette volte; d) il rischio di demenza, tra gli adulti che avevano avuto ictus gravi, era aumentato di tre volte, rispetto a chi aveva subito un ictus di entità minore. La dottoressa Koton ritiene che l’associazione dell’insorgenza dell’ictus e della sua gravità con il rischio di demenza sia sorprendentemente forte, e che il continuo aumento del rischio di demenza dopo il primo ictus ed ogni ictus successivo sia stata una scoperta straordinaria. “L’ictus è in gran parte prevedibile” sottolinea. “I nostri risultati testimoniano l’importanza di prevenirlo per evitare la demenza e mantenere alti livelli di funzione fisica e cognitiva e qualità della vita, specialmente nell’ età avanzata. Il trattamento e il controllo dell’ipertensione, del diabete e dell’obesità, insieme a uno stile di vita sano, comprendente attività fisica regolare e non fumare, sono fondamentali per evitare il rischio di tale evento e dell’insorgere del declino mentale”.
Fonte: Silvia Koton – heart.org – 11 marzo 2021 – https://newsroom.heart.org/news/risk-of-dementia-rises-significantly-with-severity-and-number-of-strokes