Fonte: Brian C.Mac Grory – Originally published8 Mar 2021 – https://doi.org/10.1161/STR.0000000000000366Stroke.
Non esistono soltanto gli ictus che colpiscono il cervello, ma anche quelli che colpiscono l’occhio. Questi si manifestano quando il flusso sanguigno è bloccato all’interno dell’arteria principale oculare e ciò generalmente provoca, in assenza di dolore, una perdita della vista immediata dell’occhio colpito. L’occlusione dell’arteria centrale della retina (OACR) è una forma rara di ictus ischemico acuto e sono meno del 20% le persone che tornano a vedere in maniera funzionale. Su questo argomento l’American Heart Association ha pubblicato, sulla sua rivista Stroke, una dichiarazione scientifica – Management of Central Retinal ArteryOcclusion (“Il trattamento dell’occlusione della retina centrale”) – scritta da un composito Comitato comprendente membri dello Stroke Council dell’American Heart Association, del Consiglio su Arteriosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare, del Consiglio sull’Ipertensione e del Consiglio sulle Malattie Vascolari Periferiche. “L’occlusione dell’arteria retinica centrale è un problema cardiovascolare mascherato da problema agli occhi. È meno comune dell’ictus che colpisce il cervello, ma è un segno critico di cattiva salute e richiede cure mediche immediate”, sottolinea il presidente del Comitato di Scrittura, Brian C.Mac Grory, professore di neurologia alla Duke University School of Medicine di Durham, North Carolina. “Sfortunatamente, un OACR è un segnale di avvertimento di altri problemi vascolari, quindi un follow-up continuo è fondamentale per prevenire un futuro ictus o infarto”. I membri del comitato hanno raccolto indicazioni sul fatto che questo tipo di ictus può essere causato da problemi alle arterie carotidi, ossia i vasi sanguigni del collo. Tuttavia, vi sono anche prove che queste occlusioni possano derivare da problemi al cuore, come la fibrillazione atriale, che è il più comune ritmo cardiaco irregolare. Il rischio di avere una OACR aumenta con l’avanzare dell’età e in presenza di fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, iperlipidemia, diabete di tipo 2, fumo e obesità). Nella dichiarazione scientifica si evidenzia che la mancanza di ampi studi clinici sulla OACR crea incertezza all’interno della comunità medica su cosa esattamente la causa o sul modo migliore per curarla. Di conseguenza, esistono numerosi, e scarsamente focalizzati, metodi di diagnosi e trattamento. La cosa più preoccupante, secondo Mac Grory, è che molti professionisti potrebbero non essere in grado di riconoscere questo tipo di occlusione come una forma di ictus, con il rischio pertanto che molti pazienti ricevano cure in ritardo, e spesso in ambulatorio anziché in Pronto soccorso. “Sappiamo che la OACR acuta è un’emergenza medica che richiede un riconoscimento precoce e un triage per cure mediche di emergenza”, spiega Mac Grory. “C’è una finestra temporale ristretta per un trattamento efficace della OACR e un alto tasso di malattie correlate gravi. Pertanto, se ad una persona viene diagnosticata in uno studio medico o in un’altra clinica ambulatoriale, dovrebbe essere prontamente inviata al Pronto soccorso dell’ospedale per un’ulteriore valutazione e trattamento”. Inoltre, nella Dichiarazione si sottolinea che i possibili pazienti a rischio di ictus ed infarti devono sottoporsi a screening e a cure dei fattori di rischio cardiovascolare e che le complessità della diagnosi e del trattamento della OACR necessita di un team di specialisti che collaborino insieme: la prevenzione secondaria deve essere un impegno di cooperazione tra neurologi, oftalmologi, cardiologi e medici di base, con, alla base di tutto, lo stile di vita del paziente e la giusta scelta e somministrazione di farmaci.