Spesso si pensa che le patologie legate alla Trombosi colpiscano solo le persone anziane: grave errore. Le statistiche infatti, rivelano che sono ancora molto frequenti prima dei 40 anni, anche se è sicuramente più probabile che si presentino con il passare degli anni. Su 100 persone colpite, 3 hanno meno di 40 anni, e in alcuni casi sono adolescenti, bambini e neonati. In Italia, ogni anno, la Trombosi colpisce 15000 bambini (da neonati ad adolescenti). Con le dovute informazioni e la conoscenza dei fattori di rischio, probabilmente questi giovani colpiti, avrebbero cambiato per tempo il proprio stile di vita riducendo la possibilità di incappare in una malattia da Trombosi. Ricordiamo infatti, che in un caso su tre queste patologie potrebbero essere evitate, anche grazie alle nostre scelte di vita.
Essere colpiti da una patologia, spesso invalidante, è difficile da accettare soprattutto in giovane età. Le conseguenze infatti, possono essere pesanti e precludere – anche solo per un certo periodo di tempo – la possibilità di vivere una vita normale, lavorare e studiare. Spesso un paziente giovane non accetta di vedere diminuite le proprie capacità fisiche o lavorative per una malattia che non era mai stata presa in considerazione: soprattutto nell’adolescenza, tendiamo a considerarci immuni da patologie, quasi immortali. Accettare un evento improvviso, spesso invalidante, è sempre difficile sia per il paziente che per la famiglia. Fortunatamente, grazie alla ricerca scientifica oggi è possibile diagnosticare e curare una malattia da Trombosi in modo adeguato. Si tratta di un evento grave e per evitarne le conseguenze è indispensabile che venga diagnosticata correttamente e in tempi rapidi. Fondamentale, una stretta e sincera collaborazione tra medico e paziente per una buona riuscita della cura.
I fattori per cui può manifestarsi in un paziente giovane sono molteplici: l’assetto Trombofilico, ovvero un sangue che tende a coagulare troppo e in modo inappropriato, stress, malformazioni dei vasi, mutazioni dei fattori della coagulazione, elevati livelli di omocisteina, ormoni, tumori ma anche diabete, colesterolo elevato e assunzione di droghe. Altri fattori possono essere uno squilibrio del sistema della coagulazione del sangue, una lesione dell’endotelio che riveste l’interno delle vene o delle arterie, e un rallentamento della circolazione del sangue. Non basta dunque una sola causa, la presenza contemporanea di alcune o tutte queste situazioni aumenta il rischio di Trombosi delle vene e delle arterie. La Trombosi dunque può colpire ad ogni età, con frequenza e motivi diversi. Nelle giovani donne – ad esempio – fattori scatenanti possono essere l’utilizzo della pillola anticoncezionale, la gravidanza e il parto. Nei giovani atleti, può essere scatenata da esercizio fisico intenso che provoca un aumento massiccio e rapido delle masse muscolari, che comprimono le vene soprattutto nel torace, rallentando il deflusso del sangue verso il cuore.
ALT – Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus consiglia, soprattutto alle giovani donne di prestare attenzione anche all’abbigliamento. Abiti, jeans, biancheria o stivali troppo stretti possono provocare un effetto elastico che può causare un rallentamento della circolazione del sangue nelle vene. Se il sangue rallenta, il cuore tende a coagulare più velocemente e a formare Trombi, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio (fumo, sovrappeso, pillola contraccettiva e gravidanza). Anche vestiti troppo stretti dunque, possono aumentare la probabilità di andare incontro a malattie gravissime, come Trombosi o Embolia polmonare.
Purtroppo, in molti casi, si arriva troppo tardi ad una diagnosi di Trombosi nei giovani, soprattutto bambini, perché non sempre il medico capisce tempestivamente di trovarsi di fronte a un Ictus o a una Embolia arteriosa periferica in un neonato. ALT dal 2007 ha ideato e finanziato il Registro Italiano delle Trombosi Infantili – R.I.T.I, nato con lo scopo di condividere i problemi relativi alla diagnosi, alla terapia e alla ricerca delle cause delle malattie da Trombosi nel neonato, nel bambino e nell’adolescente. Il registro, messo a completa disposizione di tutti gli specialisti del settore, raccoglie tutti i dati rilevanti per migliorare l’assistenza ai bambini affetti da Trombosi attraverso lo sviluppo di protocolli diagnostici e terapeutici dedicati, promuovere la ricerca italiana sulla Trombosi Infantile, definirne le caratteristiche epidemiologiche e creare un network di medici esperti nell’assistenza a questi pazienti.
Sono dati fondamentali perché oggi la Trombosi in età pediatrica è un problema che sta man mano affiorando sempre di più. I bambini sono colpiti soprattutto a livello celebrale, sotto forma di Ictus ischemico e Trombosi dei seni venosi cerebrali. Queste patologie, si manifestano principalmente nei maschi (60% dei casi), tra i 4 e i 6 anni. I sintomi sono molto simili a quelli degli adulti: difficoltà di parola, perdita di forza o di sensibilità di una parte del corpo, alterazione dello stato di coscienza. Purtroppo, in molti casi la diagnosi arriva in ritardo. Solo in 6 casi su 100 abbiamo una diagnosi entro le 3 ore. In oltre 60 casi su 100 infatti, la diagnosi avviene anche dopo 24 ore. Un ritardo nella diagnosi, comporta un rallentamento nella somministrazione della cura, con possibili compromissioni delle funzioni neurologiche, aumentando la probabilità di deficit neurologici permanente e invalidanti. Grazie ai dati raccolti con il R.I.T.I. in molti casi è possibile arrivare ad una diagnosi più rapida, grazie anche alla collaborazione tra specialisti di tutto il Paese.
Non solo Ictus, molti bambini e giovani sono colpiti anche da
Trombosi venosa profonda, soprattutto nell’arto inferiore. I sintomi,
sono i medesimi dell’adulto: gonfiore, dolore, rossore o alterazioni
del colore della gamba e sangue nell’urina nei neonati con Trombosi
delle vene renali. Anche in questo caso, ad esserne colpiti sono
soprattutto i maschi, principalmente neonati e bambini fino ai 5 anni.
Fondamentale, purtroppo, è la predisposizione genetica. In gran parte
dei giovani pazienti infatti, è stato diagnosticato un difetto del
sistema della coagulazione del sangue in senso Trombofilico ereditario.
Questo significa che in famiglia si sono verificati altri casi di
Trombosi. Anche l’alimentazione e l’attività fisica però svolgono un
ruolo importantissimo. Oggi l’80% dei giovani dai 13 ai 15 anni non
svolge attività fisica moderata e rispetto a 30 anni fa, l’obesità
negli adolescenti è più che raddoppiata. Gli adolescenti obesi,
rispetto ai coetanei, hanno più probabilità di soffrire di ipertensione
arteriosa e diabete, fattori scatenanti delle malattie da Trombosi. Un
bambino sovrappeso infatti, è soggetto ad un’accelerazione della
malattia delle arterie, come nell’aterosclerosi. Sarà dunque un
possibile candidato nell’andare incontro a eventi vascolari, come
Infarto, Ictus cerebrale, arteriopatia diffusa come se stesse
rapidamente invecchiando. Sovrappeso e obesità infantile sono dunque da
considerarsi a tutti gli effetti delle malattie, che possono essere
affrontate con interventi mirati a modificare lo stile di vita,
partendo dall’alimentazione e da un programma di attività fisica. Dove
necessario, si deve valutare d’intervenire anche con farmaci per
evitare danni vascolari, solitamente tipici dell’età adulta.
Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi
Presidente di ALT- Onlus www.trombosi.org