Fonte: Giza DE et al. Am J Cardiol. Epub ahead of print 2017, September 19. doi.org/10.1016/j.amjcard.2017.09.009
Si chiama sindrome di Tako Tsubo ed è conosciuta come cardiomiopatia da stress. Di frequente viene riscontrata nei pazienti oncologici ma viene sotto diagnosticata. Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica American Journal of Cardiology, ha analizzato l’incidenza e la storia naturale della sindrome di Tako Tsubo su 30 pazienti affetti da neoplasia. Obiettivo dello studio era valutare l’impatto della cardiomiopatia sul trattamento della malattia oncologica e la sopravvivenza dei pazienti. Sono stati presi in esame: i dati relativi alla presentazione clinica, le alterazioni elettrocardiografiche ed ecocardiografiche ed i parametri bioumorali, sia nella fase acuta sia nella fase post acuta. In particolare tutti i pazienti sono stati sottoposti a studio angiografico delle coronarie, passo necessario per confermare la diagnosi di cardiomiopatia da stress. Nei pazienti coinvolti la manifestazione clinica più frequente all’esordio della cardiopatia era rappresentata dal dolore toracico (63.3% dei casi) associato a dispnea da sforzo (27%). All’esecuzione dell’Elettrocardiogramma il rilievo di onde T negative era più frequente rispetto al sopraslivellamento del tratto ST (60% vs 13.3% rispettivamente). La complicanza più comune era lo shock cardiogeno, con necessità di trattamento con farmaci inotropi nel 20% dei pazienti. Dopo questi approfondimenti specifici il trattamento sul tumore è stato reintrapreso in media 20 giorni dopo la cardiomiopatia. In nessuno delle persone coinvolte nello studio sono stati osservati altri eventi cardiaci o recidive di Tako Tsubo. Questi dati indicano che la sindrome di Tako Tsubo dovrebbe essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale dei pazienti oncologici che si presentano con dolore toracico e alterazioni elettrocardiografiche suggestive di sindrome coronarica acuta. Nella maggior parte dei pazienti oncologici con cardiomiopatia da stress la funzione ventricolare sinistra si normalizza, consentendo nuovamente la cura della malattia di base.