Cause, sintomi e prevenzione
Prevenire è meglio che curare. Tutti noi, almeno una volta nella
vita, lo abbiamo ripetuto ad amici o parenti. Ma lo facciamo davvero? Al
giorno d’oggi, le malattie da Trombosi sono l’evento più probabile
nella popolazione, colpiscono più del cancro e più di qualunque altra
malattia, ma in un caso su tre potrebbero essere prevenute con
l’informazione dedicata al pubblico riguardo ai fattori di rischio e ai
sintomi premonitori, e con una costante collaborazione fra medici
specialisti che affrontano il paziente, mettendo a disposizione ognuno
la propria specifica competenza per ottenere il massimo in termini di
prevenzione, diagnosi, cura. Infarto, Ictus, Embolia, Trombosi venose e
arteriose possono dunque essere prevenute, e quando si verificano
possono essere curate con farmaci appositi e uno stile di vita sano.
Sono malattie provocate dalla formazione di un coagulo, chiamato Trombo,
all’interno di una vena o di un’arteria che rallenta o blocca del tutto
l’arrivo dell’ossigeno e del nutrimento alle cellule, oppure dal
distacco di un frammento di Trombo che diventa un Embolo, che circolando
nel sangue provoca un danno lontano. Danno che non è sempre grave,
dipende dal tipo di vaso in cui si forma, che sia un’arteria o una vena,
dalla dimensione del vaso, grande o piccolo, a volte addirittura
microscopico, dall’importanza delle cellule che rimangono senza
ossigeno. Se il trombo si forma in un’arteria, impedisce al sangue di
sopraggiungere e riduce l’arrivo dell’ossigeno. Se si forma in una vena,
impedisce al sangue di defluire, e colma le cellule che rimangono
affogate in un sangue incapace di nutrirle. La gravità dipende anche dal
tipo di trombosi, completa o parziale, e dalla rapidità con cui il
trombo si scioglie, se è la prima volta che si manifesta o se si tratta
di una recidiva, se si frammenta e lascia partire emboli. Comunemente si
pensa che i trombi nelle arterie siano più pericolosi perché, bloccando
l’arrivo dell’ossigeno con il sangue, provocano sofferenza immediata e
improvvisa di una parte di organo, fino a far morire alcune cellule.
Tuttavia anche le trombosi venose, se non riconosciute, possono essere
altrettanto gravi: se il trombo formatosi in una vena delle gambe o
delle braccia non si scioglie e si rompe, qualche frammento può
raggiungere – ad esempio – i polmoni, e provocare un’Embolia polmonare,
che in alcuni casi può essere mortale. Una Trombosi venosa non
riconosciuta e non curata infatti si trasforma in Embolia polmonare in
40 casi su 100 e – solo in Italia – ogni anno rimane la causa più
probabile di morte nelle donne dopo il parto.
La Trombosi dunque non
è di per sé una malattia, è piuttosto un fenomeno che provoca altre
patologie, a seconda dell’organo colpito. La Tromboembolia arteriosa
causa Infarto, Ictus cerebrale, Ischemie
o Infarti di qualunque organo: rene, intestino, retina, arterie
periferiche. La Tromboembolia venosa causa Trombosi venosa profonda in
arti inferiori, retina, Trombosi dei seni venosi cerebrali, Trombosi
venosa superficiale. La Trombosi venosa causa spesso in modo
asintomatico embolia polmonare. Spesso non è l’unica responsabile, ha
una squadra di complici, che sono più probabili in coloro che hanno più
fattori di rischio, e che possono essere evitati, in un grande numero di
casi. L’occlusione del vaso colpito non è sempre dovuto alla presenza
di un trombo, ma può essere determinata anche dall’aterosclerosi, oppure da un vasospasmo.
Tutti questi processi possono essere provocati dalla pressione del
sangue troppo elevata, da alti livelli di colesterolo, trigliceridi o
zuccheri nel sangue o da un sistema di coagulazione che determina ipercoagulabilità.
La migliore prevenzione della Trombosi è lo stile di vita: poco fumo,
niente sovrappeso, molta attività fisica, misurazione di pressione,
colesterolo, trigliceridi, glicemia e diabete. Lo stile di vita è
fondamentale nelle persone sane, ed è indispensabile in chi ha già avuto
una malattia da Trombosi. Stress, fumo, alcol, una vita sedentaria e
obesità sono dei killer silenziosi, soprattutto per tutti coloro che
hanno un assetto genetico sfavorevole. Tuttavia, l’assetto genetico di
per sé non provoca Trombosi, che invece si manifesta solo se alla
predisposizione genetica si associa almeno un fattore di rischio
transitorio, che può essere una malattia infiammatoria, un trauma, un
intervento chirurgico, un lungo viaggio aereo, l’uso di terapie ormonali
o di farmaci chemioterapici, oltre ai fattori di rischio già citati.
Anche gravidanza e parto, terapie ormonali, contraccettive o HRT,
sono dunque fattori di rischio comuni nelle donne, che nel corso della
vita, sono particolarmente esposte al rischio di andare incontro a una
malattia da trombosi, delle vene o delle arterie. Recenti studi – ad
esempio – hanno dimostrato che le donne obese che assumono la pillola
contraccettiva hanno fino a 30 volte più probabilità di subire un raro
tipo di ictus. Durante la gravidanza, il rischio per ogni singola donna
si quadruplica, mentre nel post partum, si moltiplica fino a 60 volte.
Altri studi hanno inoltre evidenziato come le persone con varici hanno
un rischio 5 volte superiore di sviluppare trombosi venosa profonda e
embolia polmonare. Non dobbiamo dunque considerare le vene varicose come
un semplice inestetismo, bensì come un serio fattore di rischio e un
grave problema di salute. I sintomi sono molteplici e variano a seconda
dell’organo colpito. In caso di Trombosi venosa, il braccio o la gamba
si gonfiano, fanno male, anche a riposo, sono caldi e arrossati. La
sensazione può essere quella di un crampo che non passa. In una trombosi
arteriosa i sintomi dipendono dalla sofferenza delle cellule che
vengono private del flusso di sangue. Sono tanto più gravi quanto
maggiore è il territorio a cui manca il sangue, o quanto importanti sono
le cellule per una specifica funzione. Per esempio, la riduzione del
flusso nella zona del cervello che comanda il linguaggio dà sintomi
drammatici, anche se si tratta di una zona relativamente piccola. Lo
stesso vale per la Trombosi dell’arteria retinica: se il flusso si
riduce, il paziente perde la vista. In caso di Trombosi nelle vie
cerebrali, si ha difficoltà nel muovere un braccio o una gamba, una
diminuzione della sensibilità, la sensazione di bocca storta e
difficoltà nell’articolare le parole o nel comprendere quello che viene
detto, una perdita di una parte del campo visivo con mal di testa
improvviso e violento e – a volte – perdita di coscienza. Se invece il
Trombo si forma in un’arteria o in una vena del circolo mesenterico o
addominale, si manifesta con un dolore addominale improvviso,
localizzato o esteso, a volte irradiato al dorso, anche con febbre alta.
La Trombosi delle vene intestinali può simulare l’appendicite acuta o
la peritonite. In alcuni casi si associano diarrea, vomito, oppure con
occlusione intestinale. Più difficile invece diagnosticare un’Embolia
polmonare perché, in diversi casi, risulta asintomatica. In altri invece
provoca dolore al torace, mancanza di respiro, battito cardiaco
frequente, e tosse con tracce di sangue nella saliva. Sintomi dunque non
specifici e non esclusivi dell’embolia polmonare. Al di là dei sintomi
che possono far sospettare la presenza del problema, solo un medico è in
grado di valutare se vi è una trombosi in corso. Nel dubbio è dunque
sempre prudente chiamare i soccorsi o farsi portare subito in ospedale
per sottoporsi ad esami specifici che possano mostrare la presenza o
meno di coaguli di sangue a livello venoso o arterioso. Fondamentale è
dunque una corretta e tempestiva diagnosi, che permetta di stabilire il
prima possibile un trattamento adeguato.
Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi
www.trombosi.org