Sono apparse sulla stampa laica alcune notizie allarmistiche, relative all’uso di farmaci antiipertensivi, usati comunemente anche nella malattie cardiache comuni e nelle nefropatie, e l’infezione da coronavirus.
Con l’unico ed esclusivo scopo di evitare che i pazienti – in terapia con questi farmaci, cioè gli ACE-inibitori ed i sartani – vengano spaventati da notizie che – in atto – sono solo una suggestione ed una ipotesi, se non una falsa notizia; è utilissimo il comunicato stampa ufficiale della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), presieduta dal Prof. Guido Grassi.
In atto – precisa il comunicato prodotto dalla SIIA – NON esiste alcuna evidenza che gli ACE-inibitori favoriscano l’infezione da SARS-CoV-2 – cioè coronavirus in linguaggio meno tecnico – e/o che i sartani facciano lo stesso oppure proteggano dall’infezione stessa.
Le recenti pubblicazioni apparse in letteratura scientifica, alcune a favore, altre a sfavore di queste due classi di farmaci, possono e devono aprire il campo ad approfondimenti clinici, epidemiologici, fisiopatologici e molecolari, ma non possono divenire realtà: NON lo sono. I pazienti, quindi, devono continuare ad assumere ACE-inibitori o sartani.
Credo che – assai semplicemente – molti pazienti abbiano confuso ACE con ACE-2 e che interessanti suggestioni promosse da alcuni ricercatori siano diventate rapidamente delle inoppugnabili verità, generando immotivato sgomento.
Compito di tutti è non allarmare inutilmente chi spesso ha già ben più seri motivi di allarme.
Continuate a curarVi con ACE-inibitori e sartani: non c’è ALCUN MOTIVO DI INTERROMPERE LA TERAPIA oppure di intraprenderla senza motivo, al fine di contrastare oppure favorire l’infezione da SARS-CoV-2 (cioè: coronavirus).
Non date retta alle bufale.
Prof. Claudio Ferri
Già presidente della SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa)
Full Professor of Internal Medicine
Director of the Chair of Internal Medicine, School of Internal Medicine,
PhD course in Medicine and Public Health – University of L’Aquila, Department MeSVA
U.O.C. of Internal Medicine and Nephrology
Hypertension and Cardiovascular Prevention Unit – San Salvatore Hospital – Coppito – AQ
Qui di seguito il testo del comunicato SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa) sul Coronavirus
In relazione alle recenti notizie apparse sulla stampa laica relative ad una presunta relazione tra assunzione di terapia farmacologica antiipertensiva (Ace-inibitori, sartani) e rischio di infezione da coronavirus, la Società Italiana dell’ Ipertensione Arteriosa Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA) comunica che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la suddetta relazione rappresenta solamente una ipotesi di lavoro e di ricerca che non deve assolutamente portare il paziente iperteso a sospendere la terapia antiipertensiva. Come tutte le ipotesi tale presunta relazione dovrà essere sottoposta al vaglio della ricerca clinica, che la SIIA sosterrà con vigore e determinazione sia nell’ambito italiano che internazionale attraverso collaborazioni, con l’obiettivo di raccogliere dati scientificamente attendibili nel più breve tempo possibile. La SIIA raccomanda comunque ai pazienti ipertesi di non modificare la terapia antipertensiva che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere i pazienti dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa, l’ictus cerebrale e l’insufficienza renale.