Dario, Beatrice, Federica, Filippo hanno avuto un incontro
ravvicinato con la Trombosi e hanno deciso di raccontarlo ad ALT –
Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari –
Onlus. Le storie di tante persone colpite da Infarto cardiaco, Ictus
cerebrale, Embolia Polmonare, Trombosi arteriosa e venosa sono diventate
un racconto condiviso in occasione della 10° Giornata Nazionale per la
Lotta alla Trombosi, mercoledì 21 aprile 2021, per informare e prevenire
la Trombosi e le sue conseguenze. Le malattie da Trombosi colpiscono in
Italia 600mila persone ogni anno e provocanoquasi 18 milioni di morti
nel mondo: numeri impressionanti se si pensa che in un caso su tre
potrebbero essere prevenute con l’informazione dedicata al pubblico
riguardo ai fattori di rischio e ai sintomi premonitori. Queste
patologie colpiscono infatti il doppio dei tumori e sono l’evento più
probabile dopo i 65 anni ma possono riguardare anche i giovani, i
bambini e persino i neonati. ALT Onlus ha deciso quindi di dedicare la
10° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi ai campanelli
d’allarme da non sottovalutare per prevenire le malattie cardiovascolari
da Trombosi, proprio attraverso la testimonianza di chi l’ha vissuta in
prima persona.
Erroneamente si pensa che le patologie legate alla
Trombosi colpiscano solo le persone anziane: le statistiche rivelano
invece che sono ancora molto frequenti prima dei 40 anni (su 100 persone
colpite, 3 hanno meno di 40 anni).Ne è un esempio Beatrice,
ventinovenne della provincia di Padova, che ha scelto di condividere con
ALT Onlus la sua storia. Improvvise emicranie e poi un dolore forte e
fulmineo alla testa, a seguito del quale si fa accompagnare in pronto
soccorso dove in un primo momento i medici non sospettano la diagnosi e
la rimandano a casa. Ma il dolore di giorno in giorno diventa sempre più
insopportabile, gli antidolorifici non funzionano e finalmente una TAC
rivela la presenza di Trombi nelle vene del cervello: fatta la diagnosi,
iniziata la cura, Beatrice ha ritrovato una vita. Dario, 39 anni,
sportivo, dopo un trauma subito giocando a calcetto si accorge della
comparsa improvvisa di un gonfiore importante che si estende fino
all’inguine, accompagnato da un dolore acuto come una morsa; pensa che
passerà e porta pazienza per qualche giorno sperando che il dolore
passi. Non succede e decide di andare al pronto soccorso: la diagnosi è
Trombosi venosa profonda, viene curato con farmaci che mirano a
sciogliere il Trombo, che sembrano utili, ma il gonfiore non regredisce e
nemmeno il dolore. Una TAC conferma che la Trombosi si è estesa ad
occupare le vene iliache nell’addome fino alla vena cava, il grande
fiume che riporta il sangue al cuore. Il ritardo nella diagnosi
purtroppo costa alle vene delle gambe la perdita di elasticità, anche
dopo la guarigione. Il Trombo si scioglie ma l’estensione della Trombosi
e il ritardo nel cominciare la cura, lascerà una insufficienza cronica
delle vene della gamba, che dovrà tenere sotto controllo a vita con
anticoagulanti e calza elastica.
Ciò che più colpisce e che deve
far riflettere, è che in ogni storia troviamo una frase ricorrente: “la
Trombosi mi ha cambiato la vita”. Se riconosciuta per tempo infatti, la
Trombosi si cura. Se involontariamente si perdono attimi preziosi nel
riconoscerla e nel curarla invece, le conseguenze di una Trombosi
accompagnano il paziente per tutta la vita, a volte con un impatto
devastante sulla famiglia e nella quotidianità degli individui.
Conoscere la Trombosi e riconoscerne i sintomi significa aggredire
questo evento e impedirne le conseguenze a lungo termine. Non sempre
tuttavia i sintomi sono chiari, evidenti e univoci ma esistono dei
campanelli d’allarme che devono far sospettare un evento Trombotico. Per
questo è fondamentale riconoscere i sintomi premonitori senza
sottovalutarli, modificare i fattori di rischio e sapere quali
situazioni possono mettere in pericolo la nostra salute per evitare
conseguenze anche mortali. Una Trombosi che si forma nelle vene della
gamba – ad esempio – se non riconosciuta e non curata, può liberare
frammenti di Trombo che diventano Emboli e chiudere le arterie del
polmone, causando Embolia Polmonare: una complicanza grave che si
verifica in una persona su due fra quelle colpite da Trombosi venosa
profonda e che in Italia rimane la causa più probabile di morte nelle
donne dopo il parto. La Trombosi nelle arterie coronarie causa Infarto
del miocardio, nellearterie delle gambe causa Arteriopatia periferica o
“malattia delle vetrine”. Un Trombo può formarsi nel cuore in un
paziente che soffre di fibrillazione atriale e liberare Emboli che se
arrivano al cervello,provocano un Ictus,se arrivano all’intestino
causano un Infarto intestinale, se alla Retina causanocecità. La miglior
prevenzione è lo stile di vita: attività fisica e movimento,
alimentazione sana, niente fumo e alcool, attenzione al peso e ai
livelli di colesterolo, trigliceridi e glicemia. Mantenere uno stile di
vita sano è fondamentale per le persone in salute e indispensabile in
chi ha già sofferto di patologie da Trombosi. Stress, sedentarietà e
obesità, fumo e alcool sono infatti killer silenziosi.
Obiettivo
della 10° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi promossa dal Alt
Onlus – che da oltre trent’anni è in prima linea per sensibilizzare la
popolazione sui fattori di rischio, i sintomi e le patologie da Trombosi
e come evitarla attraverso piccole azioni quotidiane – è stato fornire
informazioni per riconoscerne le avvisaglie e spiegare che la Trombosi
si deve conoscere, si può riconoscere e la si evita. I sintomi di una
Trombosi sono molteplici e variano a seconda dell’organo colpito: se il
Trombo si forma in una vena di una gamba o di un bracciocompaiono
gonfiore, dolore, rossore, a volte crampi che non passano. Se il
Tromboinvece si forma in una vena del cervello compare un mal di testa
molto forte mai avuto prima che non passa con un antidolorifico. Quando
un Trombo si forma in un’arteria, impedirà all’ossigeno di arrivare alle
cellule, che dunque soffrono e muoiono. I sintomi sono tanto più gravi
quanto più grande è l’arteria ostruita dal Trombo e quanto più
importanti sono le cellule che rimangono senza ossigeno: un Trombo che
ostruisce il fluire del sangue in un’arteria del cervello toglie
ossigeno e vita a neuroni che comandano funzioni fondamentali come il
linguaggio, il movimento, la sensibilità, che quindi si perdono. Se il
Trombo si forma in un’arteria coronariauccide una parte del cuore, le
cellule muoiono, compare un dolore come una spada che trafigge il petto,
che può irradiarsi al braccio o al dorso o alla mandibola, il respiro
si fa corto e il cuore perde la sua efficienza, si muove in modo non
ritmico e tutte le cellule del corpo soffrono perché la pompa cardiaca
funziona male e il sangue in periferia non arriva. Infine, se il Trombo
si forma in una vena e libera frammenti questi viaggiano nel sangue e
arrivano al polmone causando Embolia polmonare: il respiro si fa corto,
compaiono strisce di sangue nel catarro, un dolore acuto si manifesta
alla schiena, la fronte suda, la sensazione di perdere i sensi si fa
sempre più vicina.
Prevenzione e conoscenza sono oggi le armi più
potenti che abbiamo per evitare queste patologie, fortemente
invalidanti. Per questo ALT Onlus ha deciso di dedicare la decima
edizione della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi alle storie
di chi ha vissuto sulla propria pelle una Trombosi. Un’edizione
interamente digitale, da vivere e rivivere sul sito www.giornatatrombosi.it perché nessuno possa dire un giorno “io non lo sapevo!”.
Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi
Presidente di ALT Onlus
www.trombosi.org