Pressione alta: impariamo a prendercene cura

Cos’è l’Ipertensione e come possiamo tenerla sotto controllo

Purtroppo, ancora oggi si parla troppo poco di Ipertensione, una patologia seria che viene spesso sottovalutata. Infarto e Ictus sono due tra gli eventi cardiovascolari più frequenti e pericolosi, soprattutto nella popolazione oltre i 65 anni. Queste patologie tuttavia, possono colpire anche le persone più giovani, addirittura bambini e neonati, possono essere mortali o provocare gravi invalidità, anche permanenti. L’Ipertensione è uno dei fattori di rischio più comuni nell’insorgenza di Ictus cerebrale, Infarto del miocardio, insufficienza renale o cardiaca: patologie che in Italia provocano ogni anno circa 240 mila morti. L’evento scatenante, nella maggior parte dei casi è un Trombo che si forma in un’arteria, la chiude e provoca Ischemia e Infarto in un organo. Sedentarietà, obesità, eccesso di fumo e alcool, gravidanza o utilizzo di terapia ormonale, diabete e ipertensione sono complici che – se presenti in contemporanea – possono favorire l’insorgere di una malattia da Trombosi. L’Ipertensione arteriosa stessa è di per sé una malattia vera e propria che provoca irrigidimento progressivo delle arterie e aterosclerosi, danni renali e cerebrali, Ictus, Infarto o Embolia polmonare, patologie che in un caso su tre potrebbero essere evitate, analizzando il proprio stile di vita e modificandone i fattori di rischio. In Italia 50 donne su 100, di età superiore ai 65 anni, soffrono di Ipertensione, in molti casi inconsapevolmente. Sono 16 milioni gli italiani che oggi soffrono di questa patologia, metà dei quali senza saperlo: 33 uomini su 100 e 31 donne su 100. Statisticamente, l’Ipertensione nella donna si manifesta dopo la menopausa: gli ormoni infatti, sembrerebbero svolgere un importante ruolo di protezione. Anche i bambini possono soffrire di pressione alta, sebbene il rischio d’insorgenza aumenti con l’età. Secondo una ricerca della Società Italia di Medicina Generale (SIMG), nei soggetti sotto i 24 anni, l’insorgenza di questa patologia è sotto l’1%, e cresce fino al 7% nei soggetti fino a 44 anni. Cosa è l’Ipertensione? L’Ipertensione, è un aumento della forza con cui il cuore spinge il sangue nelle arterie, trasportando nutrienti e ossigeno a tutte le cellule del nostro corpo. Può essere provocata dal progressivo invecchiamento e irrigidimento delle arterie (aterosclerosi), da disfunzioni della tiroide o da malattie del rene e del surrene. A sua volta può provocare numerose patologie: Trombosi, aneurismi, emorragie, Ictus cerebrale, Scompenso cardiaco, arresto del cuore, solo per citarne alcune. Non sempre tuttavia è possibile individuare una causa specifica dell’Ipertensione: solo nel 5% dei casi infatti riusciamo a comprenderne le cause. Nella gran parte dei casi, si previene con lo stile di vita e se diagnosticata precocemente, può essere curata anche senza farmaci. Praticare attività fisica, almeno quaranta minuti al giorno per un minimo di tre giorni alla settimana (una camminata veloce, un giro in bicicletta, il nuoto), associata ad un’alimentazione sana, equilibrata e povera di sale – non più di un cucchiaino da tè al giorno -, evitare fumo, alcool e droghe sono buone abitudini che non solo evitano l’insorgenza di Ipertensione ma riescono a normalizzare una Ipertensione iniziale e a prevenire le malattie cardiovascolari. Purtroppo, molte persone faticano a rinunciare al fumo di sigaretta o ad alcune cattive abitudini alimentari, come mangiare cibi molto salati o aggiungere sale al cibo ancora prima di averlo assaggiato, a prediligere cibi freschi a quelli conservati o al cosiddetto “cibo spazzatura”, ricchi di grassi saturi, conservanti e sale. Anche la sedentarietà è un nemico a cui spesso i pazienti non rinunciano: ad oggi 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 non svolgono nessuna attività fisica. Spesso l’Ipertensione è asintomatica: è importantissimo quindi come prima cosa, valutare la storia della propria famiglia e tenere monitorata la pressione almeno una volta l’anno, anche nei bambini. I sintomi da non sottovalutare sono: mal di testa, cefalea o emicrania, sensazione di instabilità, ronzio nelle orecchie, arrossamento improvviso, ingiustificato e protratto del volto, palpitazioni, sensazione di cuore che salta nel petto o accelera senza ragione. Purtroppo non sono sintomi specifici ma devono essere un fondamentale campanello d’allarme di una patologia che, se non identificata e curata, lentamente e progressivamente danneggia le nostre arterie e alcuni organi come cervello, cuore e reni. Abbiamo visto che solo metà delle persone colpite, ne è consapevole: fondamentale dunque misurare la pressione con regolarità fin da giovani. Se la sistolica (definita comunemente la “massima”) è superiore a 140 mm Hg, e la diastolica (definita la “minima”) è uguale o superiore a 90, nel corso di più misurazioni, avvisiamo il nostro medico. Oltre alla classica misurazione, in alcuni casi il medico suggerirà un Holter pressorio, che registra i valori della pressione per 24 ore consecutive e fornisce un quadro veritiero delle variazioni della pressione arteriosa nella vita reale, a prescindere dalla cosiddetta Ipertensione “da camice bianco”, legata all’ansia e alla preoccupazione dell’essere sottoposto a una misurazione dal medico. Quando la correzione dello stile di vita non è sufficiente a stabilizzare la pressione alta, il medico prescrive dei farmaci, utilizzati spesso in diverse combinazioni, comunemente definiti antiipertensivi: diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcioantagonisti, antagonisti del recettore dell’angiotensina. Recentemente, il New England Journal of Medicine, ha pubblicato uno studio realizzato da un gruppo di medici inglesi, che ha coinvolto 500 pazienti con Ipertensione e almeno un precedente evento cardiovascolare. Pazienti dunque ad alto rischio, nei quali un adeguato controllo della pressione è assolutamente necessario. Questi sono stati divisi in due gruppi: quelli che seguivano le istruzioni dei medici e facevano solo periodiche visite di controllo e quelli che monitoravano con frequenza la propria pressione e modificavano leggermente le dosi dei farmaci in funzione delle variabili legate alla stagione, allo stress, al peso corporeo. Dopo un’osservazione durata un anno, i medici hanno concluso che i pazienti che si misuravano la pressione con costanza, adeguando i farmaci in modo corretto, avevano risultati migliori rispetto ai pazienti che non effettuavano controlli intermedi e mantenevano costanti le dosi. Tutto questo dimostra l’importanza di coinvolgere e motivare il paziente affinché la cura abbia maggiore successo. La misurazione della pressione arteriosa è infatti un’operazione molto semplice, che richiede pochi minuti; non è dolorosa, non comporta alcun rischio e deve avvenire in un ambiente tranquillo, in condizioni di quiete. Si usa uno strumento detto sfigmomanometro che si applica al braccio. Di norma il suggerimento è di misurarla tre/quattro volte all’anno nelle persone sane, più frequentemente se si è a rischio o si prendono farmaci antiipertensivi. Un valore aggiunto è tenere un diario che permette al medico di valutare variazioni significative e di adattare la terapia in funzione del profilo di rischio del paziente. La pressione non è sempre costante, è più alta al risveglio, e diminuisce durante il giorno, con il freddo o in alta montagna la pressione sale, mentre con il caldo la pressione arteriosa tende a ridursi: possono quindi essere necessari adattamenti delle terapie su indicazione del medico curante. Insegniamo ai nostri bambini l’importanza di misurarsi la pressione fin dall’infanzia, trasformiamolo in un gioco di famiglia che può contribuire a rassicurare o a fare diagnosi precoce e quindi a salvare una vita.

Dott.ssa Lidia Rota Vender
Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi
Presidente di ALT Onlus
www.trombosi.org