La rivascolarizzazione miocardica percutanea (RMP) è un intervento che permette di dilatare una arteria coronarica occlusa, o significamente ristretta, a causa di un processo aterosclerotico. Un gruppo di studiosi olandesi (de Jager TAJ et al. Int J Cardiol. 2017 Oct 6. doi: 10.1016/j.ijcard.2017.10.005) ha analizzato quanto e come ansia e depressione possano incidere sul rischio di mortalità di pazienti che hanno subìto una RMP mettendo a confronto quelli trattati per angina stabile e quelli trattati per sindrome coronarica acuta. Lo studio ha incluso 528 pazienti sottoposti, nel 2006, ad angioplastica coronarica sui quali erano possibili controlli periodici programmati per 10 anni. Tutti i soggetti, ad un mese da tale evento, sono stati esaminati con uno strumento d’indagine, propriamente olandese, denominato HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale) per la ricerca della sintomatologia ansiosa (HADS-A) e depressiva (HADS-D) considerando tale sintomatologia clinicamente rilevante solo se uguale o superiore a 8. L’età media dei pazienti studiati era di 63 anni. Al 19.7% di essi è corrisposto un valore uguale o superiore a 8 riferito alla HADS-D, mentre il 22.9% ha fatto registrare un valore significamente più rilevante riferito alla HADS-A. Lo studio ha così mostrato che la sintomatologia ansiosa è correlata ad una maggiore mortalità a lungo termine e che, analogamente, la presenza di depressione è da associare ad una mortalità più elevata nel corso di 10 anni. Occorre comunque precisare che questa associazione è presente nei pazienti trattati per angina stabile e non in quelli trattati per sindrome coronarica acuta e che non è più rilevabile dopo aggiustamento per la presenza di sintomatologia ansiosa. Infine, una sotto-analisi ha evidenziato un aumento della mortalità nei pazienti con angina stabile che presentavano una sintomatologia ansiosa clinicamente rilevante.
L’incidenza di ansia e depressione nel rischio di decesso dopo intervento di rivascolarizzazione miocardica percutanea
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by La Redazione
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