Lasciate in pace gli animali domestici

Una splendida rassegna comparsa su Nature nel 2019, in epoca quindi pre-COVID-19, spiegava in maniera mirabile come coronavirus altamente differenti sotto il profilo genetico originarono in pipistrelli della regione cinese di Yunnan (in una enorme grotta piena di pipistrelli). I coronavirus, da cui poi derivò la SARS, non avrebbero mai esercitato alcun potenziale patogenico se l’uomo non avesse allevato zibetti – infettati dal pipistrello per via oro-fecale direttamente o tramite altri animali selvatici allevati – e non avesse poi portato questo simpatico mammifero carnivoro nei mercati del Guangdon. L’incredibile – ed indecente nel terzo millennio – frammistione tra animali vivi ed animali morti, l’abitudine esecrabile di macellarne molti ancora vivi e, forse, anche il mescolarsi ulteriore di specie tra loro non comunicanti in natura, ha determinato lo spill over definitivo dal pipistrello all’uomo.

Colpevoli sono quindi: il pipistrello, origine del coronavirus mutato, ed un ospite intermedio: lo zibetto per la SARS, il dromedario per la MERS. Tutti animali che possono essere simpatici o meno, ma che mai ci avrebbero torto un capello se gli umani non li avessero messi insieme per venderli e/o mangiarli.

Per SARS-CoV-2 e COVID-19 – la cui relativa epidemia è partita l’8 dicembre del 2019 in Cina – nessuno ha ancora compreso cosa leghi pipistrelli ed umani, se qualcosa li lega. Tuttavia, gli animali sono ancora una volta apparentemente colpevoli, ma in realtà innocenti. La Cina, infatti, segnalò il 31.12.2019 all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. La maggior parte dei casi aveva un legame epidemiologico con lo Huanan Seafood Market, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di pesci ed animali vivi di tutti i generi. Un vero e proprio laboratorio per generare spontaneamente coronavirus mutati, anche altamente patogeni come il SARS-CoV-2. Ancora una volta, la natura è incolpevole, mentre è stato l’uomo a mescolare specie di animali tra loro mai comunicanti ed a diffondere l’infezione da un minuscolo banco del mercato – a mezzo treno e aereo – a tutto il mondo. Ciò che avrebbe interessato alcuni cinesi è diventato così una tremenda pandemia. Causa di tutto è l’uomo, che altera l’equilibrio della natura per godere dell’insano piacere di mangiare un animale selvatico, per di più in condizioni igieniche almeno dubbie. Malgrado quanto sopra, potremmo anche capire una mente irrazionale che guardasse con sospetto il Pipistrellus pipistrellus, cioè il nostro, che nulla ha a che vedere con quello cinese, sottospecie Rhinolophus, vero e proprio “serbatoio” di coronavirus.

Nulla, invece, riusciamo a condividere in relazione agli abbandoni di cani – persino di razza, con tutto rispetto per i simpatici bastardini – che si sono verificate successivamente alla diffusione del virus in Italia. Tutto ciò aggiunge all’orrore di aver generato – noi umani, non gli animali selvatici – la diffusione di COVID-19, anche l’obbrobrio di colpevolizzare innocenti animali domestici.

Proviamo, pertanto, a fare il punto della situazione: 

Pertanto, invece di avere comportamenti ulteriormente iniqui ed abbandonare il nostro migliore amico per strada (cosa che meriterebbe per sé qualche anno di 41-bis), magari perché noi e/o lui/lei siamo venuti in contatto con un paziente positivo al tampone, seguiamo i consigli autorevoli del Center for Disease Control and Prevention, rilasciati il 16.03.2020: 

Stiamo a casa, con i nostri cani e gatti, senza abbandonarli (a casa Ferri è noto uno zio che, rischiando la pelle, portava a spasso il cane sotto i bombardamenti pur di non farlo soffrire … come un cane: non lo ho mai conosciuto, se non in foto, ma a priori lo stimo).  

Prof. Claudio Ferri
Direttore Divisione di Medicina Interna & Nefrologia e della Scuola di Medicina Interna
Università de L’Aquila – Ospedale San Salvatore
Coppito (AQ)