Farmaci anti-aids contro il COVID-19: valutazione ancora in corso!

Non si è ancora sgonfiata l’ondata di speranza intorno all’efficacia contro COVID-19 della combinazione antivirale, lopinavi-ritronavir, usata contro l’HIV. Questa speranza è stata messa alla prova da uno studio randomizzato condotto negli ospedali di Beijing e Jin Yin-tan di Wuhan (Cina) che ha coinvolto pazienti affetti da polmonite SARS-CoV-2 causata dall’infezione da COVID-19 con saturazione di ossigeno (SaO2) inferiore al 94% in aria ambiente o con un rapporto di pressione parziale di ossigeno (PaO2) e frazione di ossigeno inspirata (FiO2) inferiore a 300 mmHg. I pazienti sono stati randomizzati con rapporto 1:1 a ricevere sia lopinavir–ritonavir (400 mg e 100 mg, rispettivamente) due volte al giorno per 14 giorni, in aggiunta alla terapia usuale, o la sola terapia usuale. L’endpoint primario era l’intervallo di tempo al miglioramento clinico, cioè il tempo dalla randomizzazione al miglioramento di 2 punti su 7 di una scala già impiegata per la valutazione dell’influenza o la dimissione dall’ospedale. La scala consisteva di 7 categorie: 1, pazienti non ospedalizzati con riassunzione delle normali attività; 2, non ospedalizzati ma incapaci di svolgere le normali attività; 3, ospedalizzati non richiedenti uso di ossigeno; 4, ospedalizzati richiedenti ossigeno; 5, pazienti ospedalizzati richiedenti ossigeno-terapia nasale ad alti flussi, ventilazione meccanica non invasiva o entrambe; 6, pazienti ospedalizzati richiedenti ECMO, ventilazione meccanica invasiva o entrambe; 7, deceduti. Secondo lo studio su 199 persone affette da COVID-19 (età media 58 anni), nei 28 giorni di terapia non ci sono stati benefici significativi tra i 99 pazienti sottoposti alla terapia Lopinavir/Ritonavir in aggiunta alle cure standard e i 100 pazienti che hanno avuto cure standard. Anche la mortalità era simile nei due gruppi, anche se è stata rilevata una mortalità più bassa del gruppo trattato con Lopinavir/Ritonavir di quasi 6 punti percentuali rispetto alle cure standard, 19,2% contro 25% e una durata inferiore di 5 giorni in terapia intensiva. Tuttavia, questi numeri non sono considerati sufficienti per considerare la combinazione una cura efficace. In conclusione, i pazienti adulti ospedalizzati con infezione severa da COVID-19, non beneficiano della terapia lopinavir–ritonavir in aggiunta alla terapia standard. Futuri studi su pazienti severamente malati potranno aiutare a confermare o escludere la possibilità di una terapia efficace.

Fonte: Published on March 18, 2020, and last updated on March 20, 2020, at NEJM.org. DOI: 10.1056/NEJMoa2001282