Come e quali alimenti migliorano i livelli di pressione sanguigna

Buone notizie per chi è un consumatore abituale di frutti di bosco, uva nera, mele rosse o anche di cioccolato fondente. Giusto per dare qualche esempio di alimenti ricchi di flavonoidi, sostanze antiossidanti facenti parte della grande famiglia dei polifenoli e che caratterizza i vegetali che dal rosa-rosso virano al viola fino al blu dei mirtilli o al marrone del cacao. Grazie a un nuovo studio pubblicato il 23 agosto 2021 su Hypertension sono state raccolte ulteriori prove sul fatto che il consumo abituale di flavonoidi esercita un effetto benefico sul controllo della pressione. In precedenza, altre ricerche avevano constatato gli effetti protettivi dei polifenoli anche nei confronti di svariati disturbi come le malattie cardiocircolatorie (infarto, ictus), diabete di tipo 2 o alcune forme tumorali. Va detto che l’effetto benefico dei flavonoidi provato dai ricercatori sulla pressione sanguigna si è mostrato variabile nelle diverse persone testate. Rafforzando così la convinzione che la differente risposta sia in parte da imputare alla flora batterica intestinale, il microbiota. Giova ricordare che i flavonoidi vengono scomposti dai batteri presenti nel tratto digestivo dando così vita a una serie di effetti metabolici positivi per la salute del sistema cardiovascolare, ma non solo. La ricerca scientifica in questi anni ha scoperto una connessione tra tipi di microbiota e malattie cardiovascolari e anche che il microbiota delle persone con problemi cardiaci o circolatori è diverso da quello di chi non soffre di questo tipo di patologie. Tre i punti cardine della ricerca effettuata dal team di ricercatori delle Queen’s University di Belfast, guidati dal professore in nutrizione e medicina preventiva Aedin Cassidy: il consumo di cibi ricchi di flavonoidi, la pressione sanguigna e la diversità del microbiota. Ma, oltre a trovare la relazione tra questi tre punti, gli studiosi hanno voluto approfondire il ruolo del microbiota. Ossia quanto le diverse composizione batteriche possano spiegare l’associazione tra assunzione di cibi ricchi di flavonoidi e pressione sanguigna. Per la ricerca sono stati reclutati 904 adulti di età compresa tra i 25 e gli 82 anni. I ricercatori hanno valutato la dieta e le abitudini di vita, il microbiota intestinale e i livelli di pressione sanguigna dei partecipanti insieme ad altri test clinici. L’assunzione di cibi ricchi di flavonoidi da parte dei partecipanti durante l’anno precedente è stata calcolata da un questionario alimentare auto-riferito che dettaglia la frequenza e la quantità consumata di 112 alimenti. I valori dei flavonoidi sono stati assegnati agli alimenti secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti sul contenuto di flavonoidi negli alimenti. Il microbioma intestinale per i partecipanti è stato valutato dal DNA batterico fecale estratto da campioni di feci. Dopo un digiuno notturno, i livelli di pressione sanguigna dei partecipanti sono stati misurati tre volte a intervalli di tre minuti dopo un periodo di riposo iniziale di cinque minuti. I ricercatori hanno anche raccolto informazioni sullo stile di vita dei partecipanti, nonché sulla storia familiare di malattia coronarica, numero di calorie giornaliere e fibre consumate; e altezza e peso di ciascun partecipante sono stati misurati per calcolare l’indice di massa corporea.Dallo studio è emerso che  soggetti con la più alta assunzione di cibi ricchi di flavonoidi avevano livelli di pressione sanguigna sistolica minori, nonché una maggiore diversità nel loro microbioma intestinale. Hanno inoltre evidenziato che mangiare 1,6 porzioni di frutti di bosco al giorno (con una porzione equivalente a 80 grammi) conduceva a una riduzione media dei livelli di pressione sanguigna sistolica di 4,1 mm Hg. Infine, hanno scoperto che bere 2,8 bicchieri con un  bicchiere equivalente a 125 ml) di vino rosso a settimana era collegabile ad un abbassamento della pressione sistolica medio di 3,7 mm Hg. “Il nostro microbiota intestinale svolge un ruolo chiave nel metabolizzare i flavonoidi per migliorare i loro effetti cardioprotettivi e il nostro studio ha fornito prove che questi effetti di riduzione della pressione sanguigna sono ottenibili con semplici modifiche alla dieta quotidiana”, afferma Aedín Cassidy. “Una migliore comprensione riguardo a questo importante collegamento” – conclude il professore –  potrebbe spiegare perché alcuni soggetti riportano maggiori benefici di protezione cardiovascolare rispetto ad altri”.

Fonte: Amy Jennings – Published: August 23, 2021 – American Heart Association