Che cos’è la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa è
la pressione esercitata dal sangue, pompato dal cuore, sulla parete
delle arterie che distribuiscono il sangue stesso nell’organismo. Dal
momento che il cuore batte ad intervalli regolari, è possibile
distinguere una pressione “massima” o “sistolica” che corrisponde al
momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie, ed una pressione
“minima” o “diastolica” che corrisponde alla pressione che rimane nelle
arterie momento in cui il cuore si ricarica di sangue per il battito
successivo.
Come si misura la pressione?
La pressione del sangue nelle arterie può essere misurata in modo diretto,
introducendo un tubicino (catetere) nell’arteria stessa e collegandolo
ad un dispositivo misuratore (trasduttore di pressione). In pratica
questo avviene solo in particolari circostanze, come ad esempio nel
corso di interventi chirurgici.
La comune misurazione della pressione arteriosa è effettuata invece in modo indiretto,
utilizzando appositi apparecchi che sono in grado di valutare la
pressione del sangue dall’esterno, in modo non cruento. Di tali
apparecchi, quello più preciso e comunemente usato sino ad ora è lo
sfigmomanometro a mercurio, ideato dall’italiano Riva-Rocci poco più di
un secolo fa.
Esso è composto da un bracciale di gomma collegato da un lato ad una
piccola pompa a mano, dall’altro ad un manometro a colonna di mercurio.
Poiché lo strumento ideato da Riva-Rocci era dotato di una colonna in
vetro contenente mercurio e sulla quale era indicata la distanza
espressa in millimetri, tradizionalmente l’unità di misura con cui si
riportano i valori di pressione arteriosa massima e minima è definita
come “millimetri di mercurio” (mmHg). La misurazione viene effettuata
applicando il manicotto di gomma al braccio del paziente, tra l’ascella e
la piega del gomito. All’altezza di quest’ultima, dove si apprezza la
pulsazione dell’arteria del braccio (arteria omerale) si posiziona la
campana del fonendoscopio, cioè dello strumento destinato a raccogliere e
trasmettere all’orecchio i rumori generati dal passaggio di sangue
nell’arteria stessa. Contemporaneamente si palpa il polso dal lato del
pollice, per percepire la pulsazione dell’arteria radiale. Si inizia la
misurazione gonfiando il bracciale di gomma con la pompetta ad esso
collegata (mentre ciò avviene, il mercurio sale nella colonnina di
vetro, segnalando il valore di pressione presente nel bracciale) e
arrivando fino al punto in cui la pulsazione dell’arteria del polso
scompare ed il fonendoscopio non trasmette più alcun rumore; a questo
punto si insuffla ancora un po’ di aria nel bracciale, superando di
circa 20 mmHg il punto in cui il polso radiale è scomparso. Ora, agendo
sulla piccola valvola presente sulla pompetta, si fa uscire molto
lentamente l’aria dal bracciale (indicativamente, la colonnina di
mercurio deve scendere di circa 2 millimetri al secondo). Quando la
pressione dell’aria nel bracciale sarà uguale a quella arteriosa, un po’
di sangue riuscirà a passare nell’arteria producendo un rumore: il
primo rumore udito chiaramente corrisponderà alla PRESSIONE SISTOLICA (detta anche MASSIMA).
Riducendo ulteriormente la pressione i rumori diventeranno inizialmente
più intensi, quindi via via più deboli: la completa scomparsa dei
rumori corrisponderà alla PRESSIONE DIASTOLICA (detta anche MINIMA).
La pressione viene quindi indicata con due valori (ad esempio 120/80):
il primo valore indica la pressione sistolica, mentre il secondo quella
diastolica.
Durante tutta la misurazione della pressione e
fino al completo sgonfiaggio del bracciale, è bene tenere presente le
seguenti semplici raccomandazioni:
- Il paziente dovrebbe essere rilassato, seduto comodamente, in ambiente tranquillo, con temperatura confortevole da almeno cinque minuti.
- Non si dovrebbe assumere bevande contenenti caffeina nell’ora precedente, né aver fumato da almeno un quarto d’ora (anzi, non si dovrebbe fumare mai!).
- Il braccio deve essere appoggiato ed il bracciale deve essere all’altezza del cuore (vedi figura). Non importa quale braccio venga usato per la misurazione, ma bisogna ricordare che esistono a volte differenze sensibili nei valori misurati nelle due braccia. In tali casi, si dovrà utilizzare per la misura il braccio con la pressione più elevata.
- Le dimensioni del bracciale di gomma devono essere adattate alla dimensione del braccio del paziente. Nel caso di bambini o di adulti molto magri, è necessario utilizzare bracciali di dimensioni minori di quelle standard, mentre nel caso di persone molto robuste o di pazienti obesi, il bracciale dovrebbe avere una lunghezza superiore.
Data la tossicità del mercurio, per disposizione di legge sia a
livello Italiano che Europeo i manometri a mercurio non sono più
disponibili sul mercato per il pubblico. Possono essere sostituiti dai
cosiddetti manometri ibridi, cioè strumenti che hanno un trasduttore
elettronico che rileva la pressione dell’aria nel manicotto e la mostra o
su una scala analogica (cioè una colonna con un led digitale che simula
il mercurio) o su una scala digitale, e cioè mostrando i valori della
pressione dell’aria nel bracciale come numeri che scorrono sullo schermo
mentre si sgonfia il bracciale stesso. Analogamente a quanto descritto
per il manometro a mercurio, la lettura del valori di pressione
sistolica e diastolica viene effettuata con lo stetoscopio,
identificando la comparsa e la scomparsa dei rumori che si ascoltano
durante lo sgonfiamento del bracciale (denominati primo e quinto tono di
Korotkoff). Esistono anche in commercio apparecchi collegati a
manometri aneroidi (quelli con un quadrante tondo ed una lancetta che
segna i valori di pressione). Questi apparecchi sono abbastanza precisi,
ma richiedono periodiche (si consiglia almeno annuali) verifiche della
taratura dello strumento.
Devono essere effettuate almeno due misurazioni successive
e, se la pressione differisce di molto (per convenzione, in misura
maggiore di 5 mm Hg) nelle due circostanze, si deve procedere con
ulteriori misurazioni fino a che i valori misurati risultino abbastanza
stabili.
Sono oggi disponibili anche apparecchi per
l’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa che consentono
una rilevazione automatica o semiautomatica. Dei numerosi modelli in
commercio, la maggior parte utilizza un bracciale simile a quello già
descritto; si tratta in generale di apparecchi che forniscono una
misurazione attendibile, ma non tutti hanno superato il vaglio dei
criteri proposti da diverse Società Scientifiche.
Decalogo per la automisurazione “domiciliare” della pressione:
- Il limite da usare per la auto misurazione domiciliare è PA <135/85 mmHg.
- Usare apparecchi validati e che misurano la pressione “al braccio”
- Usare il bracciale di dimensioni adeguate
- Aspettare 5 minuti dopo aver messo il bracciale e poi misurare la pressione tre volte a distanza di due muniti (scartare la prima misurazione)
- Redigere un diario domiciliare dei valori pressori, senza ometterli (possibilmente controllare i valori salvati nella memoria del dispositivo)
- Non consigliare la automisurazione domiciliare a pazienti eccessivamente ansiosi. In particolare, se la misurazione domiciliare “genera” ansia nel paziente, sospenderla
- Misurare “ di routine” la pressione a domicilio la mattina a colazione e la sera a cena in giorni lavorativi, oppure in caso di sintomi sospetti per ipertensione o ipotensione
- Non modificare la terapia sulla base della automisurazione senza il consiglio del medico
- L’apparecchio automatico non è attendibile in presenza di aritmia (ad esempio fibrillazione atriale o extrasistolia frequente)
- Tranquillizzare il paziente sul fatto che la pressione arteriosa è un parametro variabile che quindi varia sempre nell’arco della giornata. Spiegare chiaramente quali valori sono effettivamente pericolosi per la salute (Pressione Massima >180 mmHg o <90 mmHg e Pressione Minima >115 mmHg o <55 mmHg), per evitare crisi di ansia ingiustificata
Esistono anche dispositivi che effettuano la rilevazione della pressione al polso o al dito della mano: essi sono in linea di massima poco attendibili,
salvo rare eccezioni, e non sono attualmente consigliati dalle più
recenti linee guida internazionali sull’ipertensione arteriosa.
Il monitoraggio della pressione delle 24 ore?
Un’ulteriore
modalità di misurazione è quella del cosiddetto “monitoraggio della
pressione ambulatoria delle 24 ore”. In questo caso il bracciale è
collegato ad un apparecchio delle dimensioni di un pacchetto di
sigarette (che si raccomanda, ancora una volta, di non fumare) che
contiene una piccola pompa ed un sistema di registrazione. L’apparecchio
è programmabile per effettuare misurazioni automatiche della pressione
arteriosa ad intervalli determinati per una intera giornata, sia nelle
ore diurne che in quelle notturne. I vantaggi di questo strumento sono
principalmente quelli di rendere disponibili un elevato numero di
misurazioni nell’arco delle 24 ore (di solito, circa una settantina) e
di evitare sia l’effetto “da camice bianco”, cioè l’aumento dei valori
pressori determinato dalla presenza del medico all’atto della
misurazione, che anche il fenomeno contrario, noto come Ipertensione
mascherata (pazienti con pressione in ambulatorio normale e pressione
elevata al monitoraggio nelle 24 ore. Il monitoraggio pressorio nelle 24
ore permette inoltre di valutare la pressione notturna e il profilo
circadiano dei valori pressori, molto importanti per una corretta
gestione del paziente.
I valori normali di pressione arteriosa
I valori normali
di pressione arteriosa variano a seconda della metodica utilizzata per
misurare la pressione arteriosa. Questo aspetto è particolarmente
rilevate e deve essere tenuto in seria considerazione della analisi
delle misurazioni pressorie. Come illustrato dalla Tabella 1, i valori
possono essere molto diversi, andando dai 140/90 mmHg della pressione
misurata in ambulatorio a 120/70 mmHg della pressione notturna al
monitoraggio pressorio nelle 24 ore.
Prof. Andrea Ungar
Cardiologia e Medicina Geriatrica
AOU Careggi e Università degli Studi di Firenze