Cardiopalmo

ll cardiopalmo (anche cardiopalma o palpitazione del cuore, dal greco καρδία/cuore e παλμός/palpitazione) è la percezione accentuata del proprio battito cardiaco, che normalmente non viene avvertito. Più frequentemente è spia di aumento dello stato di allerta (psicosomatismo, ad esempio durante una forte emozione o un attacco di panico); quando è espressione di un aumento di intensità del battito (con o senza aumento di frequenza) può essere secondario a  stress, fatica, abuso di sostanze eccitanti o psicostimolanti, oppure segnale di cardiopatia. E’ un fenomeno abbastanza comune, ma spesso percepito come spiacevole e allarmante.

QUALI SONO LE CAUSE?
Le forme “benigne” sono sempre dovute ad accelerazione del ritmo cardiaco (tachicardia) e ritrovano le cause più frequenti nel forte impatto emotivo (come ansia, paura, dolore), stati anemici, bassa pressione sanguigna, febbre, disidratazione. In tuti gli altri casi, le palpitazioni originano da un disturbo del ritmo cardiaco (aritmie) primitivo o secondario a patologie cardiache o ancora a cause extracardiache ( iperattività della ghiandola tiroide, bassi livelli di ossigeno nel sangue, bassi livelli di potassio o magnesio nel sangue, tumore delle ghiandole surrenali, abuso di alcol, caffeina, nicotina e sostanze o farmaci stimolanti).

QUALI SONO I SEGNALI D’ALLARME?
Nei soggetti con palpitazioni, certi sintomi e caratteristiche di base sono segnali d’allarme. Tra questi lo stordimento o svenimento, il dolore o pressione a livello toracico , un respiro affannoso, la frequenza cardiaca superiore a 120 battiti al minuto, la presenza di cardiopatia o un’ anamnesi familiare di decesso improvviso. In questi casi è fondamentale rivolgersi al medico per iniziare un percorso diagnostico adeguato alla ricerca della causa.

QUALE IL PERCORSO DIAGNOSTICO?
La valutazione iniziale prevede l’indagine sulle caratteristiche del fenomeno e sulla ricerca di eventuali forme secondarie. Il medico effettuerà un esame obiettivo per valutare la frequenza cardiaca (battiti al minuto) la regolarità o l’irregolarità del polso, eventuali toni anomali. Fondamentale è eseguire un ECG preferibilmente durante la crisi; in questa circostanza la diagnosi è generalmente chiara. Tuttavia, solo alcune delle possibili origini producono alterazioni dell’ECG quando il soggetto non ha palpitazioni in corso. Pertanto, in caso di palpitazioni intermittenti, potrebbe essere necessario indossare un monitor ECG per un giorno o due (ECG Holter) o per un periodo più lungo (registratore di eventi o loop recorder) per rilevare eventuali ritmi anomali di durata breve o irregolare. Altra indagine necessaria è l’esecuzione di analisi di laboratorio per valutare l’emocromo completo, gli elettroliti nel siero, in particolare potassio, magnesio e calcio, e gli ormoni tiroidei. Un ecococolordoppler cardiaco è indispensabile per escludere anomalie morfologiche del cuore eventualmente responsabili del sintomi . In ultima analisi si valuterà l’indicazione allo studio elettrofisiologico in presenza di sintomi gravi e sospetta aritmia cardiaca grave non rilevati nell’ambito di altri esami. La procedura consiste nella introduzione di piccoli elettrodi nel cuore attraverso una vena, che registrano l’attività elettrica cardiaca in maggiore dettaglio rispetto all’ECG.

QUALE LA TERAPIA?
Nella maggioranza dei casi va rassicurato il paziente che si tratta di un fenomeno benigno e che verrà risolto con eliminazione della causa scatenante (farmaci e sostanze quali caffeina, che sono noti fattori esacerbanti le palpitazioni). Nei casi di patologia cardiaca o non cardiaca verrà effettuato trattamento della patologia di base. Nel casi più complessi la terapia sarà farmacologica con molecole bradicardizzanti (se non vi sono controindicazioni) o nelle forme più complesse con i farmaci antiaritmici . Nelle forme secondarie a cardiopatie , qualora i farmaci non fossero efficaci o se il soggetto presenta determinati disturbi del ritmo pericolosi, il medico può optare per trattamenti più invasivi come l’impianto di un dispositivo di cardioversione intracardico.

Fabio Valente
Cardiologia SUN
AORN Monaldi-Ospedali dei Colli
Napoli